Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Istituti superiori, agibili solo 5 su 75

Fonte: L'Unione Sarda
15 settembre 2009

Scuola. In corso i sopralluoghi del ministero delle Infrastrutture. Il Comune: «Elementari e medie, ok 35 su cento» 

Un anno fa l'allarme della Provincia: «Tutto uguale»

Dieci mesi fa l'allarme della Provincia: agibili solo 5 istituti su 75. Per adeguarli tutti alle norme sulla sicurezza servivano 40 milioni. L'assessore Mureddu: «Non ci è arrivato un euro».
Edilizia scolastica, passi avanti: zero. «Non è cambiato nulla», si stringe nelle spalle Paolo Mureddu, assessore provinciale con delega ai Lavori pubblici. Dieci mesi fa, con l'Italia sconvolta dalla morte di uno studente di 17 anni ucciso dal crollo di un contro soffitto a Rivoli, roboanti «mai più» istituzionali, polemiche sui tagli all'istruzione e annunci di grandi investimenti per la messa in sicurezza delle scuole, l'amministrazione guidata da Graziano Milia aveva dato cifre inquietanti: dei 75 istituti superiori della provincia, aveva spiegato l'allora assessore alla Pubblica istruzione, Cesare Moriconi, solo cinque hanno aule con le carte in regola. Le altre settanta no: il 58 per cento degli edifici non aveva il nullaosta dei vigili del fuoco, il 73 per cento non aveva effettuato il collaudo statico mentre soltanto il 2 per cento degli edifici era in possesso di un Certificato di prevenzione incendi (Cpi).
Oggi, alla ripresa dell'anno scolastico (gli alunni delle superiori tornano fra i banchi giovedì, ieri hanno ricominciato i ragazzi della “Manno”, oggi rientrano le prime dell'“Alfieri”, mercoledì toccherà a quelli della “Tuveri” e dell'accorpata “Don Milani”) le cifre sono rimaste le stesse. «Stato e Regione non ci hanno dato un euro», tuona Mureddu. E di euro, secondo le stime di Moriconi, ne servivano 40 milioni. La Provincia, di suo, ne aveva pronti sei: «Sono serviti per gli interventi urgenti e la manutenzione ordinaria, necessaria per restituire agli istituti le aule così com'erano alla fine dell'anno scorso». Gli interventi più consistenti, quelli che permetterebbero agli istituti di avere la piena agibilità formale, restano tutti sulla lista delle cose da fare. Quando, e se, arriveranno i soldi.
IL CASO “MICHELANGELO” Tutto come l'anno scorso, quindi? No: peggio. Perché quest'anno è scoppiata la rogna del Liceo scientifico Michelangelo: «La sede di piazza Giovanni XXIII è stata dichiarata inagibile dai vigili del fuoco», racconta Mureddu. Il suo assessorato, insieme a quello alla Pubblica istruzione guidato da Valentina Savona (subentrata a Moriconi) e ai dirigenti scolastici interessati in questi giorni stanno cercando una soluzione. «Quella individuata al momento - spiega l'assessore - prevede il trasloco delle classi nella vecchia sede del “Marconi”, in via Mercalli. Ma stiamo verificando altre ipotesi».
Sulla sede del Michelangelo, in ogni caso, c'è da giocare una partita: «Il Comune, proprietario dell'edificio, ce ne ha richiesto la disponibilità per includerlo nel progetto Parco della musica».
SOPRALLUOGHI Nel frattempo, anche nelle scuole cagliaritane sono in corso (e andranno avanti ancora per un po') i sopralluoghi degli ispettori del ministero per le Infrastrutture, impegnati in una sorta di censimento nazionale degli edifici per verificarne il grado di solidità.
La Provincia, dunque, con le sue competenze per gli istituti superiori, non ride. E il Comune, responsabile per medie, elementari e scuole per l'infanzia? «Dalle notizie di cui dispongo, il 35 per cento degli istituti sono a norma», afferma Edoardo Usai, assessore alla Pubblica istruzione. «Anche il certificato antincendio della “Manno”, che era scaduto, è stato rinnovato. Problemi seri, però, non ce ne sono: altrimenti, i vigili del fuoco avrebbero dichiarato inagibili gli edifici pericolosi».
I PRECEDENTI E di pericoli, nelle scuole cagliaritane, se ne sono corsi. Due anni fa, una pignatta e del cemento si erano staccati dal soffitto della bidelleria dell'Istituto nautico “Buccari”: tre metri per uno e mezzo di materiale pesante avevano sfiorato un bidello che, in preda al panico, si era gettato da una finestra senza riportare ferite. Incolume anche uno studente uscito dalla stanza pochi secondi prima del crollo. Un mese e mezzo prima era toccato al “Grazia Deledda” di via Sulcis: la porta di un'aula era caduta in testa a due studentesse, una delle quali, una diciassettenne di Assemini, era finita all'ospedale. A metà gennaio del 2007 nella scuola materna “Santissimi Giorgio e Caterina”, in via Pietro Leo, un incendio aveva fatto scattare l'allarme e le maestre e cento bimbi erano stati costretti a lasciare l'edificio. A provocare il rogo, un corto circuito. Ed erano scoppiate le polemiche per gli impianti elettrici non a norma di legge. «L'adeguamento agli standard di sicurezza - ragiona Edoardo Usai - comporta un lavoro lungo e faticoso. Si interviene a pezzi, man mano che si trovano i soldi». E tenendo, sempre, le dita incrociate.
MARCO NOCE

15/09/2009