Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le nuove Province? Cinque, sette, otto: è scontro sui numeri

Fonte: L'Unione Sarda
16 dicembre 2019

Le nuove Province? Cinque, sette, otto: è scontro sui numeri

Una riforma degli enti locali è annunciata fin dal principio ma per ora l'unica certezza è il caos. Dalle indiscrezioni circolate sul nuovo disegno amministrativo dell'Isola, emerge un quadro con sette Province e la Città metropolitana, che si dilaterebbe verso est nell'attuale “Sud Sardegna”, e molti si chiedono cosa potrebbero mai avere in comune Cagliari e Seui. Dall'altra parte resusciterebbero Sulcis Iglesiente, Ogliastra e Gallura, accanto a Oristano, Nuoro e Sassari. Ma c'è anche il Medio Campidano che vuole il suo spazio di autonomia, e allora dalle quattro iniziali si salirebbe fino a otto. Insomma, il ritorno a un ancien régime da manuale. Caldeggiato da molti, avversato, ad esempio, dal M5S, che parla di moltiplicazione di poltrone inutili, ricordando il referendum del 2012, quando la stragrande maggioranza dei sardi si espresse per l'abolizione.
Il risiko
Caustico Francesco Agus, consigliere regionale dei Progressisti: «Non esiste nemmeno una bozza. Non hanno la minima idea di quello che vogliono fare, si fanno promesse a chiunque chieda qualcosa. All'inizio si era parlato di quattro Province (e di quattro Asl). A queste si aggiunge la Città metropolitana di Cagliari, che non si capisce bene che fine faccia, così come è ignoto il parere del sindaco metropolitano in carica. Poi, dopo le rivendicazioni galluresi, si è arrivati a cinque, dopo quelle ogliastrine a sei. Poi si è aggiunto il Sulcis e, ancora, il Medio Campidano. In questo risiko nessuno si sta occupando delle risorse e delle competenze che questi enti dovrebbero avere. È evidente che l'unico interesse è quello di far eleggere qualche amico nei territori. In attesa di altre rivendicazioni attendiamo la riforma definitiva con le sue 15 Province e i suoi 25 capoluoghi».
Il sistema
Michele Cossa (Riformatori) spiega: «Stiamo aspettando di vedere quale testo proporrà l'assessore. Certo è che non si può tornare al 2001, le Province sono funzionali soltanto alle esigenze dei politici, non a quelle dei cittadini. Comunque, neppure la situazione attuale va bene, il sistema va rivisto, avviando un ragionamento su come ridare centralità ai problemi dei territori, magari con meccanismi di incentivazione per l'aggregazione di Comuni».
L'amministratore
Un altro componente dei Riformatori, Pietrino Fois, è attualmente amministratore straordinario della Provincia di Sassari: «La riforma va assolutamente fatta. Io credo che serva un ente-cerniera tra la Regione e i Comuni, un sistema di aree omogenee ma snello, magari senza organi politici ma con le competenze attuali, strade, scuole superiori e ambiente, più sanità e turismo».
L'ex presidente
Favorevolissimo alle Province Graziano Milia (Pd), che di quella di Cagliari è stato presidente una decina d'anni fa: «Anziché abolirle sarebbe stato necessario rafforzarle attraverso una politica di federalismo interno che una Regione centralista ha sempre negato. Costi in più? Se la Regione devolvesse risorse alle province e il Consiglio regionale riducesse i propri costi a favore del funzionamento di organi provinciali eletti direttamente dai cittadini, non ci sarebbero, anzi, diminuirebbero». Due le ipotesi: «Otto più la Città metropolitana, oppure, e credo sarebbe l'ideale, cinque (cioè le quattro storiche e la Gallura) più la Città metropolitana».
Cristina Cossu

Attualmente il sistema delle autonomie locali della Sardegna comprende la Città metropolitana di Cagliari (oltre al capoluogo ne fanno parte 16 Comuni), le province Sud Sardegna, Oristano e Sassari, i 377 Comuni e 10 Unioni di Comuni.