Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Resto in Comune e apro i cantieri»

Fonte: L'Unione Sarda
7 settembre 2009

Tutto sul rimpasto, i ritardi per le infrastrutture e il futuro dell'alleanza di centrodestra 

Emilio Floris smentisce le voci di candidatura alla Provincia

Parcheggio e tunnel di via Roma, Poetto e stadio: «Ecco i tempi per le infrastrutture che attendiamo da anni».
La candidatura alla presidenza della Provincia? «Da tempo sostengo che nella competizione tra territori del bacino mediterraneo la massa critica di 170 mila abitanti su cui Cagliari può contare non sia sufficiente a fronteggiare le realtà più agguerrite e competitive del Mediterraneo quali Genova, Palermo, Marsiglia e Barcellona. Ecco perché mi riferisco spesso all'area vasta come ambito più adeguato a questa competizione. Un riferimento che taluni possono aver scambiato per interesse politico sulla Provincia». Il futuro? «Fare il sindaco sino alla scadenza del mandato e completare le tante opere pubbliche che abbiamo progettato».
Emilio Floris parla a tutto campo e rifiuta l'etichetta di temporeggiatore «che qualcuno cerca di cucirmi addosso: le decisioni importanti, nell'interesse unico della città, vengono assunte ogni giorno. Posso capire le tensioni politiche, meno il disfattismo. Tanto abbiamo già fatto e tanto faremo». Fornisce anche tempi precisi per l'avvio dei nuovi cantieri, attesi da tempo: «E tra qualche mese potremo verificare assieme».
Quando finirà il tormentone del rimpasto?
«Non ci sono casi aperti. Ho appena nominato l'assessore alle Finanze, dopo il vuoto lasciato da Cappellacci. Il resto della squadra va bene».
Non farà altri avvicendamenti?
«Non si può dire nemmeno questo. Qualcuno degli attuali assessori potrebbe essere presto chiamato a ricoprire altri incarichi, magari in Regione. E allora qualche cambio sarà naturale».
Proprio la nomina di Anselmo Piras (assessore ai Servizi sociali) come capo di gabinetto dell'assessorato regionale al Lavoro sta creando problemi. Potrà restare anche in Comune?
«Il suo incarico in Regione è provvisorio. Quando verrà scelto il nuovo assessore capiremo se Piras verrà riconfermato nel ruolo. In quel caso credo potrebbe decidere di dimettersi dal suo incarico in Comune».
Qualcuno degli assessori tecnici è a rischio?
«Per ognuno di loro è valido il discorso precedente».
E i tanti consiglieri che premono per diventare assessori?
«Affronteremo la questione con i partiti e con ognuno di loro. Capisco tutte le ambizioni personali, ma non possiamo piegare la funzionalità della Giunta ai discorsi singoli. Stiamo giocando tante partite, abbiamo bisogno di una squadra già rodata e che possa esprimersi al massimo».
E la questione dei riaccorpamenti delle deleghe?
«Confermo che al più presto Sport e Turismo torneranno a far capo ad unico assessorato. Non abbiamo ancora parlato di nomi, ma la riorganizzazione è necessaria, per far funzionare al meglio la struttura».
C'è chi dice che sarà comunque questione di pochi mesi. Nella primavera del 2010 sarà candidato alla presidenza della Provincia?
«Si tratta di notizie di corridoio che non trovano nessuna conferma. A me nessuno lo ha mai chiesto né io l'ho mai chiesto a nessuno. Sono impegnato a lavorare per il bene di Cagliari e deciso a portare avanti il piano di infrastrutture che abbiamo programmato».
Con che speranza concreta di sbloccarle?
«Con la certezza di portarle addirittura a termine entro il 2011, per alcune. Il discorso nuovo che abbiamo avviato con la Regione ci consentirà di superare l'immobilismo degli ultimi quattro anni. Che non è stato il nostro, come ingenerosamente si sostiene da più parti, ma di una burocrazia che spesso è sembrata non capire che bloccare le infrastrutture del capoluogo sardo equivaleva a danneggiare tutta l'Isola».
Ma le opere ferme sono tante, forse troppe. A quando l'avvio del cantiere per la riqualificazione del Poetto, con strade, marciapiedi e pedonalizzazione?
«Ammetto che molte opere si sono incagliate in complicate procedure, ma moltissime sono state realizzate ed altre stanno giungendo al traguardo, come il complesso Parco della musica. Per quanto riguarda il progetto sul Poetto siamo in attesa di un'ultima autorizzazione regionale, giusto per tornare al discorso di prima. Ma entro fine anno il cantiere sarà aperto».
E il parcheggio interrato di via Roma?
«In questo caso la gara di appalto si è già svolta e deve solo essere aggiudicata. A mio avviso il cantiere potrebbe essere consegnato già entro un mese».
Il tunnel che dovrebbe unire il centro città con le principali arterie di collegamento con il resto della Sardegna?
«L'iter è ripartito, grazie allo spirito nuovo nei rapporti con la Regione. Nella prima parte del 2010 potrebbero arrivare fondi e tempi certi».
Ci sono ancora speranze per la metropolitana e, nel caso, sarebbe interrata o di superficie?
«La soluzione migliore è quella di un progetto integrato, con percorso in parte interrato e in parte alla luce del sole. A questo proposito entro fine mese ci sarà un vertice con tutti i sindaci dell'area vasta per prendere una decisione definitiva».
E il vecchio sogno della riqualificazione del quartiere di Sant'Elia? A quei residenti lei ha promesso di farli uscire dal ghetto.
«Anche in questo caso il presidente Cappellacci si è detto disponibile a fare la sua parte. Confermo l'idea di un porto per pescatori integrabile con la diportistica, con il litorale da rendere disponibile a fini turistici e di servizio. E la certezza che la riqualificazione affrancherebbe dalla loro condizione tante persone che oggi vivono nel disagio».
Come finirà il tormentone stadio?
«Avete parlato di ventiquattro mesi per la risoluzione del problema. Io penso si possa fare. Ho già detto che sono convinto che alla città serva una squadra ai massimi livelli e una struttura adeguata ai tempi e alle esigenze. Bisogna smetterla di vedere i soggetti privati come dei nemici della cosa pubblica».
Significa che nella sessione di bilancio lo stadio sarà inserito tra i beni patrimoniali disponibili, condizione necessaria per procedere alla gara per la dismissione?
«Significa anche questo. Se si tratta di un passaggio necessario, verrà portato avanti senza alcun tentennamento».
Qual è il suo più grande rimpianto?
«Non ho grandi rimpianti perché si sta concretizzando il progetto iniziale di trasformare una città di terziario tradizionale come Cagliari in un polo di attrazione di servizi e turismo, in un sistema economico imperniato sul terziario avanzato. Con riferimento ai progetti non realizzati resta il rammarico di non aver potuto agevolare l'accesso al quartiere di Castello con la realizzazione di parcheggi sotterranei e percorsi meccanizzati. Ciò avrebbe migliorato la qualità della vita del quartiere e attirato nuovi residenti, avrebbe dato nuova linfa alle attività produttive e incrementato le presenze turistiche. Ma non è detta l'ultima parola».
ANTHONY MURONI

05/09/2009