Rassegna Stampa

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“Troppi ragazzini prepotenti nelle gallerie Ormus di Cagliari, adesso basta: vogliamo lavorare tranq

Fonte: web Castedduonline.it
20 novembre 2019

“Troppi ragazzini prepotenti nelle gallerie Ormus di Cagliari, adesso basta: vogliamo lavorare tranquilli”

Bici, pattini e skate utilizzati per sfrecciare tra le gallerie, in pieno centro a Cagliari monta la protesta dei commercianti. Luca Barbieri: “Ho chiamato io la polizia, i ragazzini stavano insultando i residenti e, quando ho chiesto loro di finirla, mi hanno riso in faccia. Hanno danneggiato anche i nuovi scivoli di marmo”. 

Prima hanno fatto spallucce, poi hanno insultato. Il gruppetto di ragazzini che, nelle gallerie Ormus di Cagliari, ha ingaggiato una “sfida” con i commercianti e i residenti prima dell’intervento della polizia, non sarebbe l’unico a gironzolare, soprattutto la sera, tra via Sant’Alenixedda e la porzione di via Dante che affaccia sulla piazza Giovanni XXIII. Il caos, il rumore provocato soprattutto dagli skateboard: questa la miccia che ha fatto poi esplodere la “bomba”. Tra chi, preso dall’esasperazione, ha chiamato il 113, c’è Luca Barbieri. Cinquantanove anni, da decenni gestisce un negozio di antiquariato dentro le gallerie: “Troppa confusione, la presenza di questi ragazzini crea problemi a noi e non fa stare tranquilli nemmeno i clienti che non possono nemmeno entrare dentro i negozi”. Il negoziante ha provato a far ragionare “una ventina di giovani. Ho chiesto loro di smettere di fare confusione, ma mi hanno riso in faccia e hanno continuato, prima di insultare alcuni residenti”, anche loro esasperati dal caos. “Sono volati insulti, parolacce, e allora ho chiamato la polizia perchè la situazione stava diventando pesante. Alcuni ragazzi vengono nelle gallerie ma sono tranquilli, tanti altri però sono prepotenti”.

“Chiedo al Comune maggiori controlli. Se passasse una pattuglia, anche solo una volta, di sera, sicuramente i ragazzini se ne andrebbero. Hanno anche danneggiato alcuni dei nuovi scivoli”, racconta Barbieri, “e noi commercianti abbiamo dovuto pagare di tasca nostra l’intervento di un marmista che rincollasse i pezzi rotti”.