Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Dal '99 la mia casa inondata sette volte»

Fonte: L'Unione Sarda
4 settembre 2009

I racconti 



Edmondo Moroni ha 87 anni. Ofelia Trudu 86. Sono sposati da 63: per 53 è andata bene, poi sono cominciati gli allagamenti. Sette in dieci anni.
Vivono in via Sinnai, in quello che secondo l'ingegnere del Comune Alessandro Innocenti è «il punto più basso» della conca. Via Sinnai è più in basso di via Italia e di via Mara, e le sue due traverse (via Confalonieri e via Santorre di Santarosa) sono due vicoli ciechi, con palazzi di recente costruzione a fare da tappo per le acque.
L'INCUBO «Stiamo in questa casa dal 1951», spiega il pensionato: «Fino al 1999 non abbiamo mai subito allagamenti». Poi è cominciato l'incubo. L'ultima volta è stata la peggiore. «Guardi le nostre finestre: l'acqua aveva superato i davanzali. Ecco le foto. Un metro e 16. Entrava da sotto la porta, perfino dalle prese elettriche. E la melma traboccava dal water, dalla doccia, dalla vasca dal bagno. Per cinque giorni abbiamo dovuto dormire a casa di un nostro figlio perché la puzza era insopportabile».
Un paio di settimane fa, dopo cinque mesi di pulizie e riparazioni fai da te («Siamo pensionati, non abbiamo i soldi per ricomprarci i mobili») hanno imbiancato, ma l'umidità è riaffiorata. Nel soggiorno buono non c'è sedia che non traballi e la credenza con i servizi buoni e la cristalleria, in bilico su vezzosi ma pericolanti tacchi a spillo, è assicurata al muro con robusti tasselli: «Non vorrei che crollasse». Un divano, marcito, è stato buttato via. In camera da letto, l'altro giorno, è caduto lo sportello di uno dei comodini e si è creato un dislivello fra le pianelle che ha fatto inciampare la signora Ofelia. I cassetti della cucina di marca il signor Edmondo li ha dovuti rifare: i bordi in compensato si sono accartocciati. Gli sportelli dei pensili non chiudono.
ROVINATI E le case devastate dall'alluvione sono centinaia: passata la grande paura di quel terribile 22 ottobre, con gli anziani costretti a letto salvati in extremis dai vicini e messi al sicuro con i gommoni, gli sfollati che hanno dormito per diverse notti sui materassini gonfiabili, a Pirri è cominciato un dramma meno appariscente ma non meno terribile. C'è chi ha fatto i debiti per rimettere a posto le abitazioni: «Se non ci rimborsate subito ci pignorano la casa», si è sfogato davanti agli amministratori un residente. Altri non hanno nemmeno potuto fare debiti perché non sono considerati solvibili. Tanti hanno venduto. O meglio svenduto. «Abbiamo perso tutto», piange un'anziana. I risarcimenti sono attesi con ansia. Ma anche i lavori alla rete di raccolta delle acque. Perché l'alluvione, qui, nel 2006 ha ucciso (un'anziana morì dopo due settimane di ricovero in ospedale), e dieci mesi fa ha fatto paura: «Appena vedo una nuvola - ha gridato un uomo - mi viene l'ansia. Quando piove, non riesco a chiudere occhio». ( m. n. )

04/09/2009