Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Viaggio nella città sotterranea

Fonte: L'Unione Sarda
28 ottobre 2019

Una città sotterranea. Oltre dieci chilometri di gallerie, tunnel, cavità ma anche depositi, stanze e stazioni militari. Un'altra Cagliari per nulla dimenticata e che anzi attrae speleologi, appassionati e curiosi. L'ultimo censimento realizzato dalla commissione cavità artificiali per conto della federazione di speleologia sarda ha individuato oltre 200 cavità della lunghezza minima di cinque metri la maggior parte delle quali (soprattutto quelle più antiche) si trova sotto i quartieri di Marina, Stampace e Castello.
Accessi privati
I tunnel risalgono a epoche diverse e tra quelli più noti c'è la galleria che corre sotto piazza Palazzo: circa duecento metri ai quali si accede da una porticina ai piedi di piazza Carlo Alberto. «Abbiamo aperto questo sito qualche anno fa per Monumenti aperti, ma poi è stato accertato che l'ingresso era privato e le visite sono finite», spiega Roberto Sanna, speleologo che ha partecipato alle operazioni di rilevamento. In realtà almeno un'altra porta per la galleria del circuito detto anche “Mina e contromina” ci sarebbe: si trova all'interno di palazzo Regio ma dal dirigente della Provincia incaricato della pratica non è mai arrivato il via libera per l'apertura della botola. Nella zona di via Don Bosco si trovano altre due gallerie usate come rifugio durante i bombardamenti. «Oltre all'accesso principale c'erano quelli per le famiglie benestanti che avevano un cancelletto in cortile con uno spazio più agevole per cercare riparo in caso di pericolo», racconta Valerio Musa, del gruppo speleologico Sesamo. E proprio il gruppo Sesamo spera di poter realizzare una palestra per gli speleologi all'interno di Opera 211, il nome in codice usato dalla Marina militare per la caserma sotterranea costruita nel dopoguerra che corre da via Cinquini al Castello di San Michele. «Fino agli anni Novanta qui entrava chiunque: drogati, prostitute, sbandati. Ora è custodito ed è il luogo ideale per simulare l'ambiente in grotta». Quella di San Michele è più di una galleria: oltre il lungo tunnel la profondità passa da dieci a quaranta metri e sulla destra si aprono decine di stanze.
Il tesoro che non c'è
Proprio al centro della stazione, sulla contro-parete di una camerata spunta una grande croce nera, l'unico disegno che non è da attribuire ai tanti vandali venuti quaggiù per svuotare bombolette e barattoli di vernice. «È il ricordo di un operaio morto durante la costruzione della caserma, al centro c'è un buco perché qualcuno pensando di trovarci un tesoro ha scavato nella roccia. Inutilmente», racconta ancora Valerio Musa che qualche giorno fa ha accompagnato un troupe cinematografica interessata a girare un film nella caverna. Tra le centinaia di cavità cittadine da ricordare ci sono anche l'Acquedotto romano composto da sedici cisterne e i sotterranei del San Giovanni di Dio che è possibile visitare in occasione di Monumenti aperti grazie all'impegno di dipendenti ed ex dipendenti dell'ospedale riuniti nell'associazione Mariposa.
La via dei turisti
«È fondamentale valorizzare questi luoghi, documenti preziosi della nostra storia che costituiscono un percorso alternativo anche per i turisti. In questo senso mi impegnerò nel mio lavoro in Aula», spiega Marcello Polastri, consigliere comunale e fondatore di Sardegna sotterranea, un'associazione che organizza tour nella città quasi segreta.
Mariella Careddu