Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Studenti a lezione dentro scuole vecchie e scomode

Fonte: L'Unione Sarda
23 ottobre 2019

Studenti a lezione dentro scuole vecchie e scomode

Al liceo classico Dettori si lavora nell'aula magna e sugli impianti sportivi. Al Siotto, altro liceo classico, ci sono troppe barriere architettoniche, l'aula magna non ha uscite di sicurezza, la parte che dà su via Rovereto ha infissi deteriorati, porte che non si chiudono e finestre che si aprono da sole. Al liceo scientifico Pacinotti una decina di aule è fuori uso. Lo scientifico Alberti sta scivolando verso il mare. Intanto in una quindicina di istituti dell'infanzia, delle elementari e delle medie proseguono gli interventi per l'efficientamento energetico, sismico e antincendio, la messa a norma impianti idrici ed elettrici e la sistemazione di solai, pavimentazione e palestre. Una settimana fa nella zona della segreteria della scuola primaria di piazza Medaglia Miracolosa (in quel momento chiusa) si è staccata parte dell'intonaco a causa di una vecchia perdita idrica. In più quasi tutti gli edifici non hanno l'agibilità - spesso legata a dettagli - e aprono su responsabilità dei dirigenti.
Crolli e problemi
È cominciato l'anno e i problemi dei caseggiati scolastici si sono ripresentati intatti davanti a studenti che, non di rado, devono assistere alle lezioni in locali scomodi, umidi, vecchi e a volte pericolosi: solo per citare alcuni casi, lo scorso gennaio una plafoniera è caduta dal soffitto dell'istituto nautico Buccari sfiorando un docente; un mese prima nella scuola per l'infanzia di via Italia a Pirri era crollata una parte del controsoffitto; nel 2015 il Martini era stato chiuso (alcuni solai non avevano superato le prove di carico); al Dettori nel 2013 il cedimento di una parte del controsoffitto di un'aula aveva provocato il ferimento di una professoressa e due studentesse, poi le prove di stabilità avevano consentito di accertare che c'erano altre aule a rischio; allo Scano di recente una finestra è caduta all'esterno col rischio di colpire qualcuno. Problemi legati all'età degli edifici e, in diversi casi, alle tecniche costruttive. Nell'Isola undici caseggiati sono stati realizzati prima del 1900, altri 69 sino al 1945, ulteriori 250 tra il 1946 e il 1960, quindi 611 tra il 1961 e il 1980 e gli ultimi 388 dopo quell'anno. «Molti istituti sono in condizioni pietose», denuncia Giuseppe Corrias della Uil, «in alcuni casi i dirigenti non fanno uscire i bimbi per la presenza di pericoli. C'è bisogno di più fondi, ma se la Regione non spende, ogni anno alle prime piogge cadono i solai. Mandiamo i nostri figli a scuola col cuore in gola».
Carenza di fondi
Gli istituti superiori sono in carico alla Città metropolitana, degli altri si occupa il Comune. «C'è tanto da fare e tanto stiamo facendo», sottolinea Pierandrea Bandinu, dirigente del settore edilizia scolastica della Città metropolitana, «l'arrivo a singhiozzo dei contributi e la burocrazia rallentano gli interventi: abbiamo 60 stabili da seguire e poco personale». Problemi simili a quelli di Gabriella Deidda, assessora comunale ai Lavori pubblici, che ha 3 milioni di euro per portare a termine, entro il 2021, la messa a norma degli impianti idrici, fognari, elettrici e antincendio e gli interventi su bagni, infissi, pavimenti, pannelli fotovoltaici e solari delle scuole in via Leo, Flavio Gioia, Dublino, Italia, Colombo, Dei Partigiani, Regina Elena, Is Guadazzonis e degli istituti Manno, Cima, Foscolo. «Ma la sicurezza è garantita», dice l'assessora.
Gli interventi
Col tempo la normativa è cambiata ed è stato necessario provvedere a un veloce adeguamento, spesso ancora sulla carta. Inizialmente i finanziamenti, pur ridotti, venivano distribuiti in tutte le scuole per le necessità più urgenti. «Ora si cerca di chiudere pacchetti interi», sottolinea Bandinu. Cioé: tutto il denaro a un'unica scuola. La Città metropolitana a giugno ha destinato 11 milioni di euro per eseguire le “prove diagnostiche” e sistemare il riscaldamento delle scuole, finanziare le manutenzioni straordinarie del Convitto in via Pintus, ristrutturare il Pacinotti e l'Artistico in via Sant'Eusebio, occuparsi dell'adeguamento del liceo “E. D'Arborea”. Poi ci sono l'Agrario di Elmas (800 mila euro del progetto regionale Iscol@) e i 10 milioni stanziati in passato per Bacaredda, Scano, Motzo a Quartu, Martini, Foiso Fois, Duca degli Abruzzi.
Sicurezza e studenti
«Oggi il livello di sicurezza è quasi del 100 per cento», assicura Bandinu, «anche se non ci sono tutte le certificazioni». Eppure nella gran parte dei casi manca l'agibilità. «Ma è solo l'ultimo tassello», ribatte il dirigente, «è composto da decine di pareri, non si capisce cosa dovremmo fare. L'importante è che la scuola sia sicura: il Buccari è a norma e ci sono stati interventi radicali all'Euclide, al Pertini e al Meucci. L'Alberti è del Demanio marittimo: dobbiamo valutare se intervenire o rifarlo altrove». Per il resto, «la sicurezza è garantita». Tesi che non vede d'accordo molti ragazzi, tra i quali gli appartenenti alla rete Eureka: «Le scuole non sono fatte a misura di chi le vive ogni giorno», dice la coordinatrice Michela Lippi, «e l'edilizia scolastica contribuisce all'elevata dispersione».
Andrea Manunza