Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nella nuova terra di Tuttestorie germogliano i semi della fantasia

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2019

Nella nuova terra di Tuttestorie germogliano i semi della fantasia

Più di tutti, ci ha visto bene Giulia, 12 anni: «La terra che ci impolvera le mani è la nostra vita», ha scritto su un foglietto che ha consegnato all'Ufficio poetico del Festival Tuttestorie. Noi la scansiamo e ci affrettiamo a levarcela di dosso, quella polvere, e invece dovremmo prendercene cura, perché è lì che cresce tutto ciò che ci mantiene in vita. Ancora una volta sono i bambini a rammentare agli adulti cosa è importante, e anche stavolta, per la quattordicesima edizione della manifestazione organizzata a Cagliari dalla Libreria Tuttestorie, con il contributo di Bruno Tognolini, e che si concluderà stasera, una cascata di aforismi sventola dai fili del piazzale dell'Exma. Osservazioni e ammonimenti, raccolti da Andrea Serra, responsabile dell'Ufficio poetico del festival, e dedicati a riflettere sul tema della Terra. Sì, quella roba lì, che calpestiamo, e dove crescono erba e fiori, ma anche il pianeta, che, incuranti, sfruttiamo oltre le sue possibilità.
Miscuglio di terre
All'Exma, di terriccio, ne è arrivato da ogni dove: da Scampia, a Napoli, e dall'Ecuador, dall'Amazzonia e dal lager di Auschwitz, dall'Istria e da Loch Ness, e, in piccoli barattoli, è custodito da tre giganti buoni (costruiti da Simone Perra), che aspettano di disfarsene stasera, quando a conclusione della festa, le terre del mondo saranno mescolate con quella sarda e ognuno potrà portarne un po' con sé. «Sarà una terra nuova, che non esiste», dice Manuela Fiori, che insieme con Cristina Fiori e Claudia Urgu, è l'anima pulsante della kermesse, «pronta per accogliere altri semi, e far crescere nuove piante». Una terra cui potremmo sentire di appartenere tutti, al di là dei confini etnici, linguistici e culturali.
Bambini contenti
Per ora, un luogo così, che somiglia a una grande famiglia, è proprio il festival dice Barbara Dettori, bibliotecaria: «I bambini sono sempre contenti, e si sentono come a casa propria, vi ritrovano la stessa atmosfera calda e colorata». E che i più piccoli siano felici si vede, eccome. Nella Sala Puà maneggiano, esplorano e si lasciano incantare dai giocattoli meravigliosi che Joan Rovira, con la sua équipe Guixot 8, ha realizzato con materiali di scarto. E sembra di tornare indietro nel tempo, quando non c'erano smartphone, e ogni cianfrusaglia era un trastullo: un colino un campo di pallacanestro, un vecchio letto uno sport nuovo, e una stufa a legna un periscopio. Perché, come spiega il maestro spagnolo che ha realizzato oltre 400 installazioni ludiche, «giocare vuol dire inventare».
Percorso sensoriale
Nella Basilica di San Saturnino, nelle tane di “Lupo di terra”, anche gli adulti non resistono a toccare i pannelli sonori, lanciare le palline o annusare le essenze. Il percorso interattivo multisensoriale, ispirato al libro di Eva Rasano, con le installazioni di Alessandro Olla e le scenografie di Serena Trevisi Marceddu, è un viaggio per i più piccoli che coinvolge tutti i sensi, in particolare quello musicale e sonoro.
Ai ragazzi, invece, è dedicato lo “Spazio Corti”, allestito in collaborazione con Fondazione Sardegna Film Commission, Sardegna Ricerche e Skepto Film Festival, dove si propone una selezione mirata di cortometraggi sulle buone pratiche ecosostenibili. Ce n'è per tutte le età al festival Tuttestorie, affollato da padri e madri che accompagnano i loro figli a un laboratorio, o fanno la fila per il firmacopie dell'autore preferito. «È una festa di comunità» dice una mamma, che lo frequenta dacché è nata la sua bambina otto anni fa. «Qui tutti, genitori e figli, insieme con gli organizzatori e gli ospiti, ci sentiamo protagonisti, perché ognuno dalla propria posizione è chiamato a contribuire con le idee, la partecipazione, la semplice presenza».
Volontari
Un sentimento che accomuna anche la nutrita pattuglia dei giovani volontari, tra cui Roberta Ibba e Riccardo Cacciabue, che lo seguono fin dalle prime edizioni. «Siamo cresciuti con il festival, che ci ha formati, spesso orientando le nostre scelte. È un parte fondamentale della nostra vita». Un bellissimo appuntamento.
Franca Rita Porcu