Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Una vita da incubo: basta col rumore dell'Asse Mediano»

Fonte: L'Unione Sarda
11 ottobre 2019

«Una vita da incubo: basta col rumore dell'Asse Mediano»

Da una parte Molentargius, dall'altra l'Asse Mediano. In mezzo appartamenti eleganti, case invendute, un parco giochi abbandonato, sterpaglie e rumore. Tanto, tanto rumore. Talmente assordante che qualche mese fa, prima delle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, decine di cittadini che risiedono le quartiere conosciuto per la presenza della lottizzazione Magnolia, hanno promosso una petizione: chiedono l'installazione di pennelli antirumore nel tratto di Asse Mediano a ridosso delle case. Nel frattempo a Palazzo Bacaredda c'è stato il cambio della guarda tra Massimo Zedda e Paolo Truzzu, ma per i residenti è un dettaglio: auspicano un intervento in tempi brevi e chiedono anche l'apertura dello svincolo per raggiungere il rione senza passare da viale Marconi.
Il rumore
«Non è facile convivere con il rumore provocato dal traffico sull'Asse Mediano», dice sconsolato Stefano Lecis, 38 anni, residente in via Madre Anna del Gesù. Negli uffici della palestra che gestisce in via Mercalli conserva ancora una copia della petizione. «Nessuno è venuto a ritirarla. Spero serva a qualcosa - sottolinea - io abito in questa zona da tanti anni e la situazione è davvero insopportabile. Ogni giorno migliaia automobili, camion e moto percorrono l'Asse mediano. Viviamo ossessionati dai rumori 24 ore su 24. Il problema si potrebbe risolvere o quanto meno arginare solo con le barriere antirumore».
Chiasso e pericoli
In attesa che il Comune provveda a installare i pannelli fonoassorbenti restano i disagi di sempre. Che non sono legati solo al rumore continuo. «Non mancano i pericoli», dice Caterina Siddi, residente nella zona da qualche mese. «Tempo fa c'è stato un incidente stradale sull'Asse Mediano - racconta - uno scontro particolarmente violento, tanto che alcune parti di carrozzeria delle auto coinvolte, sono ricadute su alcune macchine parcheggiate in via Chiara Lubich e le hanno danneggiate. Ci sono pertanto anche questioni legate alla sicurezza, non solo ai rumori». Finestre isolanti, doppi vetri e tende acustiche servono a poco. «Le barriere, ci vogliono le barriere - dice Giovanni Demontis, anch'egli residente in via Madre Anna del Gesù - spero solo che intervengano al più presto».
Case nuove e invendute
Nel quartiere ci sono numerosi palazzi costruiti nella lottizzazione Magnolia. Molti appartamenti sono invenduti da tempo. Così come una decine di villette realizzate da più imprese tra via Josemaría Escrivá de Balaguer e via Chiara Lubich. Eppure c'è ancora chi scommette su questa zona, come l'impresario Fabrizio Mattana, impegnato con i suoi operai nella costruzione di una nuova palazzina in via Madre Anna del Gesù. «A parte le villette di via de Balaguer - dice - è rimasto davvero poco e c'è tanto interesse per questa zona. Con l'installazione delle barriere antirumore la situazione dovrebbe migliorare ulteriormente». Qualcosa nel frattempo si muove. A poca distanza dal cantiere c'è gran movimento. Gli operai stanno lavorando per dare un nuovo manto d'asfalto a via Mercalli.
Il parco chiuso
Oltre l'Asse mediano in via Tel Aviv c'è quella che doveva essere l'area verde del quartiere. C'è anche un parco giochi per bambini chiuso da anni con attorno piccole discariche abusive e una distesa di sterpaglie. «Non capisco perché lo tengono chiuso», commenta Eliana Pittau, una pensionata che vive a dieci metri dall'ingresso del parco.
Il Comune
Giorgio Angius, vicesindaco con delega all'Urbanistica lascia intendere che il Comune terrà conto delle richieste da parte degli abitanti. «Non sono a conoscenza della petizione - sottolinea - Giorgio Angius - di sicuro bisogna affrontare il problema dell'inquinamento acustico che in città è provocato soprattutto dal traffico veicolare privato e pubblico. Nel caso di questa lottizzazione non si è tenuto conto di questi interventi e non sono stanziati fondi per installare le barriere. Adesso ogni nuova azione diventa a carico del Comune e bisogna chiedere i finanziamenti».
Francesco Pintore