Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Studenti sardi, fuga inarrestabile

Fonte: L'Unione Sarda
8 ottobre 2019

L'Isola è maglia nera in Italia per dispersione e carenza di competenze dopo la maturità

Studenti sardi, fuga inarrestabile: uno su tre lasciaIn crescita anche i diplomati «ignoranti»
I sindacati: impossibile garantire qualità

Provate a mettere insieme questi dati e pensate al futuro. Il primo: un terzo degli studenti sardi non finisce le scuole superiori; il secondo: il 14% che le termina è un «diplomato ignorante», cioè ha un pezzo di carta che non gli servirà a nulla.
Nell'Isola è un problema gigantesco perché riguarda circa quattro ragazzi su dieci. Per capire: se la media sarà confermata, circa 75mila dei 199.418 studenti che quest'anno frequentano le scuole dell'Isola sono destinati a non finirle o a diventare analfabeti funzionali. Moltiplicate 75mila per dieci anni (da tanto la dispersione è a questi livelli, per quanto leggermente calata) e avrete la dimensione del problema.
L'Isola maglia nera d'Italia
La Sardegna è la maglia nera d'Italia e perde per strada il quadruplo degli studenti rispetto a Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia e il triplo rispetto a Lombardia, Piemonte e Liguria. Negli istituti professionali sardi, certifica il Miur, il 47,1% degli alunni non finisce gli studi, nei magistrali il 34,4%, nei tecnici il 31,7%, nei licei scientifici il 26,7%, nei classici il 23% negli artistici il 19,5%. Ma è combinando questi dati con i test Invalsi che si arriva al 37,4% di dispersione cosiddetta «implicita».
Débâcle annunciata
Una débâcle annunciata, figlia di riforme scolastiche prive di prospettiva, della mancanza di insegnanti, di un precariato imperante, di edifici che cadono a pezzi, di un pendolarismo crescente, per citarne alcune. E le prospettive sono grigie. Basti ricordare che quest'anno sono stati immessi in ruolo solo 650 insegnanti dei 1800 autorizzati perché non c'è nessuno in graduatoria, e che la metà dei 6100 docenti di sostegno è precario e non ha alcuna competenza specifica.
Una scuola senza qualità
«La nostra scuola oggi non è in grado di aiutare i ragazzi a uscire dalla condizioni di inferiorità rispetto ai loro coetanei del nord», ammette Maria Luisa Ariu, segretaria regionale della Cisl scuola. «Non parlo solo di conoscenza ma anche di preparazione alla vita perché a scuola si dovrebbe imparare anche ad affrontare cambiamenti complessi. Così, molti sono destinati a fallire. Del resto se gli insegnanti di ruolo sono pochi e i supplenti, quando ci sono, cambiano in continuazione, se per andare a scuola bisogna compiere viaggi sempre più lunghi che qualità possiamo garantire?».
Troppi alunni per classe
Nicola Giua, leader dei Cobas scuola, aggiunge altri elementi di riflessione: «Gli insegnanti dovrebbero essere tutti in classe fin dal primo giorno di scuola ma così non è», spiega. «E quando si assentano per brevi o lunghi periodi dovrebbero essere nominati supplenti sostituti mentre spesso, talvolta per mesi, gli insegnanti non vengono sostituiti e gli alunni perdono decine di ore di lezione che non recupereranno mai più. Inoltre», aggiunge Giua, «in tantissimi istituti, soprattutto nelle prime classi delle scuole superiori, il numero di alunni è altissimo e questo è un fattore di dispersione in sé. Noi», conclude, «chiediamo, da sempre, che venga ridotto perché solo così si può cercare di migliorare l'offerta formativa e l'attività didattica riducendo la dispersione».
Fabio Manca