Rassegna Stampa

Il Sardegna

Moria di muggini a Molentargius i pesci a galla tra yacht e turisti

Fonte: Il Sardegna
2 settembre 2009

Il caso. A migliaia in superficie nel canale di Terramaini, riversati dalla corrente nella Marina di Sant'Elmo

L'ente parco chiude il percorso saline. Il Comune paga la raccolta e lo smaltimento

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Migliaia di muggini morti nel canale di Terramaini, riversati dalla corrente nella Marina di Sant'Elmo. Incastrati dietro yachts e velieri ormeggiati nei pontili, a maleodorare e putrefare sotto gli occhi di turisti americani, inglesi e tedeschi, che hanno scelto l'ex darsena del sale come base per i loro spostamenti. «Fisiologico e del tutto naturale», fa sapere Alessia Atzeni, biologa dipendente dell'ente parco Molentargius. Un “fenomeno naturale” che ha dei costi. La chiusura del parco al pubblico, innanzitutto. Per il momento, infatti, il percorso saline è off limits. «Abbiamo dovuto chiudere le piste ciclabili - aggiunge la Atzeni - la passeggiata insomma, ma saranno riaperte al più presto». Quando, cioè, l'Ufficio igiene del suolo del Comune avrà finito di raccogliere i pesci. Altro costo, quindi. Sostenuto interamente dal Comune. «Tra l'altro - spiega il dirigente d'Area, Guglielmo Carletti - il nostro servizio non prevede interventi del genere, ma facciamo quello che possiamo e, al momento, siamo in attesa di un preventivo di De Vizia Transfer». La società si dovrà occupare della raccolta e, soprattutto, dello smaltimento di centinaia e centinaia di muggini morti. Cioè di tonnellate di rifiuti speciali. «Un'operazione ancora da quantificare in termini di denaro - precisa Carletti - anche se è evidente che si provvederà al più presto. È solo questione di ore». Nel frattempo l'ente parco - deputato alla gestione del complesso di ecosistemi del Molentargius, alla conservazione e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, e la loro fruizione sociale, al monitoraggio delle acque, e che per adempiere a questi compiti riceve finanziamenti regionali - cosa fa? Chiude il parco al pubblico e butta delle reti, come ha fatto sabato, «per convogliare i pesci morti nel canale - spiega Alessia Atzeni - per evitare che, a causa della marea, vadano a toccare punti anche più delicati del parco». La storia della moria di muggini si ripete ogni anno, nel sito del parco si parla di «fenomeno naturale dovuto al repentino cambio di temperature ». Cose che succedono, insomma. Ogni anno, a dispetto di studi sulle acque, per i quali vengono pagate ai dipendenti dell'Ente fior di consulenze. Oggi Alessia Atzeni, biologa del parco, dopo aver detto che la moria è «fisiologica», sostiene che un modo, quanto meno per prevenirla, ci sarebbe: «Assicurare una funzionale circolazione idrica e la manutenzione di tutti i canali potrebbe aiutare». In pratica, quello che l'ente fa tutto l'anno. C'è scritto nel portale web, sotto la voce “incarichi e consulenze per il 2008”. Migliaia di euro pagati per la programmazione, il coordinamento e l'attuazione delle attività di fruizione del Parco, il monitoraggio ambientale analisi acque, il coordinamento ed attuazione di interventi riguardanti la flora del territorio, e via dicendo. E l'Ente che fa? Chiude il parco e il Comune paga raccolta e smaltimento. «Ma - avverte Carletti - prima che il pesce venga smaltito, occorre una certificazione di cosa è avvenuto, che dovrà essere rilasciata da un medico veterinario, presumibilmente dell'ente parco».