Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Playa, una spiaggia fantasma

Fonte: L'Unione Sarda
4 ottobre 2019

GIORGINO.

Validi i “vincoli di veduta”, il Ppr e il divieto di edificare entro i 300 metri

La Playa, una spiaggia fantasma

Non c'è più da 40 anni ma blocca ancora lo sviluppo del Porto canale

Decine di ettari di terreno sconnesso, dove l'erba incolta ostacola chi dalla strada cerca di raggiungere il mare. Nelle carte quella di La Playa, a Giorgino, è indicata come spiaggia ma non esiste più da 40 anni. Un arenile fantasma che provoca una serie di effetti sulla vita dei cagliaritani e impedisce la posa anche di un solo mattone in tutta l'area: blocca l'espansione del Porto canale, l'arrivo di imprenditori che vogliano investire, la perimetrazione della Zona franca doganale, la realizzazione del gassificatore e, di conseguenza, frena il metanodotto che porterà il gas dall'Africa. Eppure il litorale è stato stravolto a inizio anni Ottanta con la costruzione dello scalo industriale: sono stati cancellati 300 metri di costa per far passare le navi, mentre la linea di battigia è stata fatta avanzare di decine di metri.
La vista sulla città
Il problema si chiama “vincolo di veduta”: il diritto di godere da quella posizione del panorama su Cagliari, montagne di Capoterra e stagno di Santa Gilla. Esiste dagli anni '60 ed è all'origine di un cortocircuito burocratico e del muro contro muro tra Autorità portuale e Sovrintendenza ai Beni paesaggistici. Tutto è nato dalla sentenza con cui, nel 2000, il Consiglio di Stato ha giudicato illegittima l'autorizzazione paesistica che nel 1981 aveva dato il via ai lavori per il porto. Ogni opera realizzata con i mille miliardi di lire finanziati dal “progetto speciale 1” della Cassa del Mezzogiorno (1979) era abusiva, senza considerare che i preventivati terminal Ro-Ro per le navi merci, spazi per la cantieristica, parco e pista ciclabile (94 milioni di euro di spesa) non si potevano più realizzare. Intanto il mercato è crollato, la Cict (società che gestiva le banchine) ha lasciato lo scalo, 210 lavoratori sono finiti in cassa integrazione.
L'Autorità portuale
Secondo Massimo Deiana, presidente dell'Autorità portale, per andare avanti bastava ridurre i vincoli alla parte esterna ai moli o che la Sovrintendenza motivasse meglio il via libera da lei stessa concesso 38 anni fa. L'avvocatura dello Stato nel 2017 aveva suggerito un provvedimento «ora per allora», cioè emesso oggi ma retroattivo (ipotesi bocciata), poi l'Autorithy su parere dell'ufficio legislativo del ministero dei Beni culturali la scorsa primavera ha chiesto la riedizione dell'autorizzazione inserendo nel progetto le opere di “mitigazione” - parco, pista ciclabile e zona verde - per rispettare il vincolo della vista.
La Sovrintendenza
Nella successiva Conferenza di servizi, a maggio, tutti gli enti chiamati a trovare una soluzione (Demanio, Regione, Comune, Capitaneria di porto) hanno dato parere favorevole al nuovo rilascio della concessione. Ma la Sovrintendenza - il cui parere è vincolante - si è opposta: c'è il rischio, a suo dire, di entrare in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato. Inoltre «il vincolo di veduta è attuale» e ora ci sono anche il divieto di costruire nella fascia dei 300 metri dalla battigia (1985, legge “Galasso”) e il Ppr (2006). «Oggi il quadro normativo è più rigido», ha detto la sovrintendente Maura Picciau, «ma sono la prima ad auspicare si trovi un'intesa. Su una base di legittimità: l'esito della Conferenza di servizi è estremamente fragile, se avessimo dato l'assenso ogni azione successiva sarebbe potuta finire davanti al Tar. La decisione non è nelle mie mani. Solo la presidenza del Consiglio dei ministri con un atto strategico può dirimere la vicenda».
Il sindaco Truzzu
Infatti tutto è finito all'attenzione del presidente Giuseppe Conte, il quale «può ritenere ci sia un interesse prevalente e andare avanti», sostengono all'Autorità portuale, «oppure il ministro competente, Dario Franceschini, può rinunciare all'opposizione». Due giorni fa però il premier a Cagliari ha detto di non poter «rimuovere i vincoli». Tesi respinta dal sindaco Paolo Truzzu, secondo il quale «senza un'intesa» tra le amministrazioni «la questione è rimessa proprio al Consiglio dei ministri». La partita è lontana dal chiudersi.
Andrea Manunza