Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La lotta coinvolge 270 ComuniIl fronte unito dei sindaci: «Non chiediamo l'elemosina»

Fonte: L'Unione Sarda
17 settembre 2019

La lotta coinvolge 270 ComuniIl fronte unito dei sindaci: «Non chiediamo l'elemosina»

Da nord a sud dell'Isola, il coro di 270 sindaci è unanime. «Non si tratta di un'agevolazione ma del riconoscimento di un diritto». Gli amministratori che hanno già aderito all'iniziativa promossa dall'assessore regionale ai Lavori Pubblici, Roberto Frongia, e Maria Antonietta Mongiu per chiedere al Parlamento di riconoscere il principio di insularità in Costituzione, lo dicono senza mezzi termini: «Non chiediamo un'elemosina, ma le stesse condizioni partenza degli altri italiani».
I protagonisti
La lotta del comitato promotore per chiedere il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione, è diventata ormai una battaglia di tutti i sardi. Anche da quando nei Municipi di quasi tutta la Sardegna si trova esposto uno striscione con la scritta “Insularità in Costituzione”. «L'insularità è una condizione che produce ritardi a livello di sviluppo sociale ed economico», spiega Andrea Soddu, sindaco di Nuoro. «Ho aperto le porte del Comune con grande convinzione. Riconoscere l'insularità in Costituzione è un fatto di enorme importanza per la Sardegna», aggiunge Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari. «Auspico che il Parlamento calendarizzi quanto prima il provvedimento in aula e che la discussione abbia inizio. Gli svantaggi che derivano dalla nostra condizione sono noti da sempre ed è giusto che questa battaglia riguardi tutti: amministratori, politici, società civile», aggiunge.
L'appello
Non è un grido di vendetta quello lanciato dagli amministratori. Della Sardegna, d'altronde, si ricordano tutti per quattro mesi l'anno, d'estate. Ma quello che succede da ottobre a giugno sparisce nella foschia sul mare della comunicazione. Essere un'Isola comporta, infatti, costi aggiuntivi: vanno compensati in nome della coesione nazionale. «È una battaglia sacrosanta che non ha colore politico», afferma Ivan Mameli, sindaco di Bari Sardo. «Sono fiducioso che prima o poi, tutti insieme, riusciremo a condurla in porto». «È necessario che nella Costituzione e nei trattati dell'Unione europea venga riconosciuto il principio di insularità perché solo in questo modo potremo metterci allo stesso livello degli altri italiani che vivono nella Penisola», sottolinea Andrea Soddu. E aggiunge: «Abbiamo necessità di poter contare dello stesso livello dei servizi». D'altronde, i sardi chiedono proprio questo: servizi. Chiedono, cioè, continuità territoriale (persone e merci devono potersi spostare come nel resto del Paese), costo dell'energia (oggi il più alto in Italia), costi della sanità (non esiste l'assistenza delle regioni vicine), infrastrutture (che sono vecchissime).
In Europa
«Lo Stato deve farsi garante affinché il gap che scontiamo venga riconosciuto», afferma Stefano Delunas, sindaco di Quartu. «La Sardegna ha grandi potenzialità e la politica deve fare il possibile affinché vengano sfruttate, garantendo un reale sviluppo socio-economico». «La partecipazione dei sindaci a questa azione è un piccolo contributo per supportare la richiesta di un'azione legislativa in merito», sottolinea Nanni Campus, sindaco di Sassari. «Le nostre caratteristiche geografiche creano svantaggi che possono essere annullati con l'inserimento della condizione di insularità in Costituzione», aggiunge Delunas.
La proposta
Tra i sindaci c'è chi lancia una proposta: «Essendo questa una battaglia senza colori politici, ci dovrebbe essere un'adesione non solo dei sindaci ma di tutti i Consigli comunali», afferma Dionigi Deledda, sindaco di Orgosolo. «Faccio una proposta: la Regione si faccia portavoce affinché tutti i consigli comunali facciano una delibera su questo».
In sostanza, occorre solo ammettere che la Sardegna è un'isola. Finora molti hanno fatto finta di non capirlo.
Mauro Madeddu