Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tari, in Sardegna resta un salasso

Fonte: L'Unione Sarda
12 settembre 2019


STUDIO CONFCOMMERCIO.

Cagliari, nonostante un -5%, è ancora la città più cara dell'Isola

Tari, in Sardegna resta un salasso

Il record di Cagliari: 334 euro pro capite contro i 224 del resto del PaeseLa buona notizia è che da una anno all'altro il costo della Tari in Sardegna è diminuito di oltre il 3%. Quella cattiva, però, è che i sardi continuano a pagare una tassa dei rifiuti più alta rispetto al resto del Paese: 254 euro, infatti, è la spesa media pro-capite in Sardegna contro i 223 euro che si pagano invece a livello nazionale (ovvero 31 euro in più). La denuncia è di Confcommercio Sardegna che attraverso il portale dell'associazione di categoria ( osservatoriotasselocali.it ) ha raccolto ed elaborato i dati fino al 31 dicembre 2018. Quello che non si spiega è che nonostante sia diminuita la produzione di rifiuti e sia cresciuta invece la quota di raccolta differenziata, che comporta un costo di gestione dei rifiuti pari a un terzo di quella per l'indifferenziato, «si conferma», invece, «la continua crescita della tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese», spiega l'associazione.
Le Province
Lo studio di Confcommercio ha elaborato i costi nelle cinque province dell'Isola: in valori assoluti, nel 2018, la spesa maggiore pro capite si registra ancora una volta a Cagliari dove, grazie alla raccolta differenziata avviata dall'amministrazione all'inizio della primavera del 2018 ogni cagliaritano paga il 5% in meno rispetto al 2017, ma resta comunque su valori elevatissimi: 334 euro. Tra il capoluogo e il resto della Sardegna c'è poi un abisso: perché gli abitanti della seconda provincia dove si registra il maggior costo per la Tari, cioè i sassaresi, pagano in media più di 100 euro in meno, ovvero 203 euro pro capite. Seguono, poi, nell'ordine, Nuoro, con 167 euro, Sud Sardegna , con 157 euro. Non disponibile, invece, il dato del 2017 per Oristano: nel 2018 la spesa media capite è stata di 172 euro. Succede poi che, a parità di condizioni, a Cagliari, solo per fare un esempio, i titolari di attività commerciali e professionisti si ritrovino a pagare molto più che nel resto d'Italia.
La richiesta
Da qui, l'appello. «La situazione fotografata in Sardegna richiede risposte urgenti per avviare una profonda revisione dell'intero sistema che rispetti il principio europeo “chi inquina paga” e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario», spiega Sara Pintus coordinatrice regionale di Confcommercio. «Il rispetto di questo principio favorirebbe anche l'eliminazione delle discriminazioni tra imprenditori che pur svolgendo lo stesso mestiere pagano diversamente lo stesso tipo e quantitativo di rifiuto prodotto», aggiunge. E conclude. «C'è ancora molto da fare, servono azioni concrete ed efficaci che incidano uniformemente sul territorio affinché la tassa sia più equa e proporzionata»
Ma. Mad.