Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto canale, appello a Mattarella

Fonte: L'Unione Sarda
27 agosto 2019

«Senza un Governo con cui confrontarsi non rimane altro da fare che rivolgerci al presidente Sergio Mattarella: il lavoro è un diritto riconosciuto dalla Costituzione». Il conto alla rovescia per il Porto canale si avvicina inesorabilmente. Il 2 settembre la procedura di licenziamento collettivo per i 214 dipendenti della Cict sarà irrevocabile. Ancora una settimana e il mayday lanciato ieri per l'ennesima volta da Regione, sindacati e operai si trasformerà in un funerale di buste paga e di un indotto che, secondo stime al ribasso, coinvolge 700 lavoratori e un comparto fondamentale per lo sviluppo del Capoluogo e di tutta la Sardegna.
Ieri mattina l'assessora regionale al Lavoro Alessandra Zedda, in un ultimo disperato tentativo di salvezza, ha convocato i colleghi Anita Pili e Giorgio Todde (assente), i rappresentanti dei lavoratori, il presidente dell'Autorità portuale e il Comune, che però non ha un ruolo attivo nella vicenda, in un vertice per cercare di salvare lo scalo industriale e i suoi lavoratori. La richiesta di un tavolo romano si è arenata nelle sabbie mobili della crisi del Governo. Impossibile, a meno di miracoli, che entro lunedì prossimo si trovino gli interlocutori con cui pianificare almeno la cassa integrazione per poi ragionare su un rilancio del Porto canale. Per non parlare dei vincoli paesaggistici della Sovrintendenza su una spiaggia che non esiste più e della riedizione chiesta da Massimo Deiana. Divieti che di fatto bloccano 90 milioni di euro destinati a nuove infrastrutture (banchine per le navi roro e cantieristica navale). La palla è nelle mani di un primo ministro che non c'è.
Il vertice
«Fra le priorità emerse e condivise c'è la necessità di chiedere l'interruzione delle procedure di licenziamento per almeno un mese, la messa in campo di qualsiasi azione rivolta alla salvaguardia dei lavoratori e il congelamento delle procedure relative alla concessione del transhipment», spiega Alessandra Zedda, vice presidente della Giunta Solinas. «La Regione chiederà un incontro urgente con l'azienda per avere le risposte sulla cassa integrazione per cessata attività che attende dal 31 luglio, data dell'ultimo incontro a Roma».
Battaglia romana
Zedda l'aveva promesso: «Il 29 agosto saremo a Roma». L'appartenenza politica (è di Forza Italia) non frena l'incursione nella Capitale. «Siamo pronti alla mobilitazione, fra le azioni concordate giovedì è in programma un sit-in, con la partecipazione congiunta delle istituzioni, sindacati e lavoratori. Per garantire il loro diritto, sancito dalla costituzione, siamo pronti a chiedere l'intervento del Capo dello Stato». Per Anita Pili (Industria) «è necessario richiamare il Governo e i relativi ministri alle loro responsabilità, chiedendo risposte pronte e certe per il futuro del porto canale. Far morire il transhipment significa danneggiare ancora una volta la nostra Sardegna».
La partita
Le posizioni di Alessandra Zedda e di Massimo Deiana viaggiano su un binario divergente. Il presidente dell'Autorità portuale ha confermato che entro la settimana convocherà il comitato di gestione del porto per la revoca della concessione alla Cict. Una scelta che gli consentirebbe di mettere di nuovo sul mercato le banchine dello scalo. Deiana si è anche detto contrario a una parcellizzazione delle autorizzazioni. Di contro l'assessora al Lavoro spinge per il congelamento almeno di un mese dell'autorizzazione.
Andrea Artizzu