Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«È una zona della città abbandonata»

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2019

PIAZZA DEL CARMINE.

Chi ci lavora boccia le manifestazioni sporadiche e sogna il rilancio

«È una zona della città abbandonata» 

Se qualcuno ti rovina la piazza, c'è un solo modo per ristabilire i vecchi equilibri: rovinarla a chi te l'ha rovinata. Non è una metafora, considerato che la piazza è realmente tale (intitolata alla Madonna del Carmine, nel cuore della città) e che, sì, è rovinata dalle cattive frequentazioni. Nel suo curriculum, oltre che arresti per spaccio di droghe leggere da parte di polizia e carabinieri, diversi episodi di microcriminalità commessi da sfaccendati e ubriaconi, nostrani e d'importazione. La piazza, questi “residenti” sulle panchine l'hanno rovinata alle famiglie e agli anziani che la frequentavano prima, e che ora non ci vanno più anche se non bisogna eccedere nell'allarmismo. Il presidio di forze dell'ordine è quasi fisso e tutti i commercianti assicurano che «no, fin dentro il negozio non ci vengono, a parte qualche rara eccezione: non siamo quasi mai stati infastiditi». Premesso questo, e malgrado i lavori di rifacimento, piazza del Carmine da tempo non è più un luogo della città, ma una riserva di delinquenti e perdigiorno, soprattutto la sera e la notte, e i bambini non giocano più lì.
I negozianti
Il Comune tenta di rianimare la piazza con il mercatino dell'antiquartiato, qualche concerto e iniziative come la recente “Food & wine”, una rassegna enogastronomica. «Tutto molto bello, lo dico senza ironia», premette Mario Berardi, titolare del negozio di ottica all'angolo con via Sassari, «ma sono soltanto pause di una cattiva frequentazione: qualche giorno di ritorno di giovinezza per la piazza, ma poi si smonta tutto e si torna alle cattive abitudini. Serve un'idea che abbia una continuità, non episodi che si esauriscono subito». Insomma, le rassegne sospendono il problema, ma non lo risolvono. Di giorno, loschi traffici a parte (documentati dai verbali di arresto di polizia e carabinieri), gli sfaccendati cagliaritani e africani stanno sulle panchine, occupandole quasi tutte. «Nella tarda serata», fa notare Massimiliano Abis, titolare del Caffè Punto Cagliari, «ogni tanto scoppiano risse tra africani e sardi, tra sardi e sardi e tra africani e africani. Mi hanno revocato il permesso per sistemare i tavolini nei due parcheggi di fronte al bar: ora potrei piazzarli sul lato della piazza, al di là di una strada dove tutti corrono e senza strisce pedonali. Ovviamente non lo farò, pur sapendo di negare un contributo a una migliore frequentazione della piazza. Se metto lì i tavolini, non posso sorvegliarli dal bar e rischio che, durante le risse, volino le mie sedie».
Il vigile urbano
«Spesso i commercianti si lamentano della sporcizia accumulata nei fine settimana, oltre che dell'odore di urina», riferisce un agente della Polizia locale: il venerdì e il sabato notte, secondo quanto gli raccontano gli esercenti, la mancanza di bagni chimici induce non solo i vagabondi, ma anche diversi cagliaritani, a “innaffiare” la piazza, per così dire, con mezzi propri. L'odore si sente, eccome se si sente, e lo sconcio si aggrava nella zona di via Maddaelena, dove alcune aree nascoste sono state elette toilette dagli sbandati sardi e africani.
Il “capostazione”
All'angolo con via Crispi c'è il parcheggio del Trenino cagliaritano che porta i turisti in giro per le bellezze della città. «Mai avuto problemi con i frequentatori della piazza», assicura Luigi Valtellino, titolare del Trenino, «e neanche i turisti si sono mai lamentati. Io faccio il mio lavoro e non guardo il lato opposto: soltanto così è possibile lavorare senza avere problemi».
Il comico-barbiere
In piazza del Carmine c'è anche il salone da barbiere dei fratelli Massimiliano (“Max”) e Stefano Lorrai, conosciutissimi componenti del gruppo Lapola. «Siamo qui da cinque anni», premette Max, «non abbiamo mai assistito a episodi gravi, però è vero che molti cagliaritani non vengono più a causa degli sfaccendati che ci sono. Inutile organizzare iniziative ogni tanto: se la città vuole riprendersi piazza del Carmine, servono giochi gonfiabili per i bambini, animatori, tavolini di tutti i bar, magari box che vendono fiori. Peraltro, sarebbero posti di lavoro. È necessario», conclude Max Lorrai, «dare una vocazione a questa piazza: se la città lo vuole, deve impegnarsi per raggiungere questo risultato». Mica può fare tutto il Mago di Pirri.
Luigi Almiento