Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I dannati del porta a porta «Troppi maleducati» L'Sos degli addetti al ritiro: mastelli sporchi e i

Fonte: L'Unione Sarda
12 agosto 2019

RIFIUTI.

L'assunzione di operai stagionali non ha risolto i problemi I dannati del porta a porta
«Troppi maleducati» L'Sos degli addetti al ritiro: mastelli sporchi e insulti

Sono i veri dannati del porta a porta, costretti a lavorare sotto il sole cocente per ore, salendo e scendendo dai mezzi un infinito numero di volte, spesso scontrandosi con la maleducazione e l'inciviltà degli utenti per paghe dai 1200 ai 1700 euro al mese.
Lavoro massacrante
Gli operai e gli autisti delle ditte addette al ritiro dei rifiuti - Econord, Cooplat e De Vizia - sono allo stremo e molti di loro hanno iniziato ad accusare le conseguenze fisiche di un lavoro che definiscono «massacrante». Paolo Mira, 50 anni, da 30 nel settore della nettezza urbana, è uno di loro. «Ho avuto un problema a un ginocchio a causa del continuo sali e scendi dai mezzi - spiega -, per questo sono reduce da un mese di malattia. Ora sto meglio ma come me sono tanti i colleghi che stanno iniziando a pagare uno sforzo esagerato, non ho mai contato il numero di volte che dobbiamo fermarci e scendere dalla cabina in un turno ma qualcun altro l'ha fatto e ha superato quota 150. Il risultato è che molti hanno le braccia e le ginocchia rotte, anche perché la maggior parte di noi non ha più 30 anni e neanche 40».
Stagionali in fuga
Raccontano di zone troppo grandi da gestire, spesso affidate ad un solo operaio che deve guidare il mezzo e svuotare i mastelli. Ma anche di un ricorso continuo ai doppi turni che non sono cessati neanche con l'assunzione a tempo di personale attraverso le agenzie interinali. Anzi, molti degli stagionali pare gettino la spugna dopo pochi giorni perché spaventati dalla mole di lavoro. «So di ragazzi che hanno lasciato dopo il primo turno - dice Mira -, qualcuno potrebbe pensare che non hanno voglia di lavorare ma non è così: bisogna provare per capire quanto possa essere faticoso».
Troppa maleducazione
Davide, il nome è di fantasia, è uno di loro. Alle 11 del mattino, temperatura oltre i 35 gradi, sta svuotando i mastelli dell'umido in una strada del centro. Ferma il mezzo, scende per recuperare le buste dai mastelli, poi risale e dopo 30 metri fa una nuova tappa. Anche lui ha superato i 50 anni e tiene famiglia, ci chiede di non rivelare la sua identità perché non vuole rischiare il licenziamento. «Ero disoccupato da sei anni - spiega -, ora mi hanno assunto per tre mesi e questo lavoro me lo tengo stretto. È molto faticoso soprattutto quando fa così caldo ma sarebbe più facile se gli utenti cagliaritani fossero meno caddozzi . Cosa intendo? Ve lo faccio vedere». Apre un mastello e le buste dell'umido sono letteralmente ricoperte di vermi. «Quasi nessuno li lava - spiega - e per noi è un rischio anche dal punto di vista igienico sanitario maneggiare questi bidoni. Dentro puoi trovare di tutto, come ad esempio i resti della lettiera del gatto con le feci, che andrebbero smaltiti nel secco e invece tutti si ostinano a buttare nell'umido». Poco più in là una donna vestita elegantemente si ferma col cane al guinzaglio davanti a tre mastelli condominiali, l'animale ci fa la pipì sopra e lei lo lascia fare. Poi riprende la passeggiata. «Ecco guardate lì - esclama Davide scandalizzato - me la immagino già mentre si lamenta con le amiche di tutti quelli che lasciano la spazzatura per strada».
Liti e tensione
Tore Scalas, segretario territoriale Fiadel e presidente della Rsu, è testimone diretto di come sia complicato avere a che fare con cittadini sempre arrabbiati, che usano gli addetti al ritiro come parafulmini su cui sfogare l'insoddisfazione per un servizio ritenuto non all'altezza. «Recentemente ho dovuto fare ricorso a tutta la mia pazienza per non reagire alle provocazione di un utente che pretendeva che ritirassimo tre buste con gli sfalci insieme all'umido. Gli ho spiegato che il regolamento prevede il conferimento di una solo busta e naturalmente mi diceva che il problema siamo noi che non abbiamo voglia di lavorare».
Vertenza continua
Anche Scalas, che ha 53 anni, da quando è partito il nuovo servizio di porta a porta ha continui problemi fisici: «La quantità di lavoro è esagerata, il ricorso ai doppi turni continua perché in realtà l'assunzione degli stagionali non ha risolto granché e c'è chi arriva a fare servizio anche per 10-11 ore: la settimana scorsa ne sono stati assunti quattro e tre se ne sono già andati, spaventati dalla fatica. Ciò dà la misura di quale sia la situazione e come sindacati chiediamo al più presto un confronto in cui venga fatto il punto della situazione per capire se le condizioni di lavoro siano dignitose e accettabili: le zone da coprire sono troppo grandi, ad ogni operatore tocca svuotare anche 1700 mastelli, fate il calcolo di quante volte deve scendere dal mezzo.
Sempre di corsa
In via Dante è il giorno del ritiro di carta e cartone. Da uno dei mezzi più grandi scende un operaio, mentre l'autista resta sul mezzo in attesa. Ha 30 anni, anche lui è assunto a tempo per tre mesi. «In quali condizioni lavoriamo? Lo vede anche lei, però guardi non ho il tempo di fermarmi, dobbiamo coprire una zona enorme e se perdo anche cinque minuti non so se riesco a tornare a casa per stasera». Nel frattempo il camion è ripartito per fermarsi trenta metri più avanti. Lui scuote la testa, rincorrendolo sotto il sole di mezzogiorno con i cartoni in mano mentre il display di un negozio vicino segna 38 gradi.
Massimo Ledda