Rassegna Stampa

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Mai più 13enni e adulti insieme in discoteca a Cagliari, Truzzu: “Lo chiederò ai gestori dei locali”

Fonte: web Castedduonline.it
7 agosto 2019

Mai più 13enni e adulti insieme in discoteca a Cagliari, Truzzu: “Lo chiederò ai gestori dei locali”

Bambini che ballano con gli adulti ed eventi dove bisogna “limonare per avere un drink gratuito”, dopo la proposta di Luca Pisano, “baby dance riservata agli under 13 nel pomeriggio” interviene il sindaco Paolo Truzzu: “A una certa età non possono essere promossi comportamenti che fanno perdere l’esperienza della scoperta, basta con chi promuove brutte abitudini”.

Bambini e adulti che ballano, insieme, nelle piste delle discoteche cagliaritane. Un'”accoppiata” realtà da anni, con orari che vengono decisi dai gestori dei locali. Dopo l’allarme-sos lanciato da Luca Pisano al sindaco Paolo Truzzu, presidente dell’osservatorio sul cyberbullismo di Cagliari, “bisogna contrastare situazioni di pericolo”, e la proposta di tre fasce orarie calibrate sull’età dei frequentatori “sino a tredici anni dalle 17 alle 19, dai quattordici ai diciassette dalle venti alle 23:30 e dai diciotto anni da mezzanotte in poi”, interviene proprio lui, il primo cittadino di Cagliari: “Condivido in pieno il piano, ne ho già parlato con gli assessori Sorgia e Lantini, in settimana convocheremo i gestori dei locali per capire se questa proposta può essere perseguita. Da parte nostra c’è la piena volontà” di arrivare ad un accordo e di poter, quindi, fregiare del famoso “bollino blu di riconoscimento tutti quei locali” che accetteranno la proposta delle fasce orarie “dedicate”. Ma tredici anni non è un’età troppo bassa per andare a ballare, anche se si è tra coetanei? “No, bisogna evitare che vengano promossi comportamenti che fanno perdere ai giovani l’esperienza della scoperta, devono avere la serenità di confrontarsi senza che il mondo degli adulti li veicoli verso quelle che, spesso, sono brutte abitudini”.

Lo stesso Luca Pisano aveva lanciato anche l’allarme legato a una serata organizzata da un locale cagliaritano dove, per avere drink gratuiti, bisognava “limonare con degli sconosciuti”. Truzzu è netto: “È proprio l’idea che il premio debba essere legato a qualcosa che, invece, nella vita di ognuno di noi è un’esperienza importante per crescere” che non va bene. E un’ordinanza che vieti ai tredicenni di non andare proprio in discoteca? “No, meglio il dialogo e l’intesa con i gestori”.