Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Nel rione ci sono molte persone perbene» Tanti residenti alla presentazione della canzone dedicata

Fonte: L'Unione Sarda
12 luglio 2019

SAN MICHELE.

Il cantante Deligia e l'ultramaratoneta Zanda parlano della zona in cui sono cresciuti

«Nel rione ci sono molte persone perbene» Tanti residenti alla presentazione della canzone dedicata a Massiccione

«Ma sono vivo. Io sono vivo». La voce di Ignazio Deligia, 53 anni cantante nato e cresciuto in via Podgora, rimbomba in piazza San Michele mentre scorre il video del suo pezzo dedicato a Roberto Zanda, l'ultramaratoneta di 61 anni anche lui espressione del rione, per tutti “Massiccione”. Le immagini tolgono il fiato: ci sono le imprese sportive di Zanda e quelle della sopravvivenza - pagata con l'amputazione degli arti - nei ghiacci canadesi.
L'ex leader della band Amakiaus, nata nel 1992 proprio a San Michele, ha scelto la sua piazza per presentare il disco “La vita oltre”. «La musica», dice, «è uno strumento importante per chi non trova motivazioni nella vita e rischia di finire in una strada sbagliata. Nei quartieri popolari però gli esempi positivi sono numerosi: musicisti, sportivi, politici, operai, pensionati e casalinghe. Persone oneste con la loro storia. Se nasci o cresci in questi rioni non per forza devi diventare un delinquente».
La forza
Accanto a Deligia e al coautore e arrangiatore Roberto Loi, c'è Zanda. La serata è un mix di musica, sport, esperienze di vita e storie di quartiere. Deligia e Zanda sono cresciuti in via Podgora, in due diverse palazzine. «Ci conosciamo da piccoli», dice il cantante. Eppure le loro storie sono diverse. «Mio padre picchiava mia madre. Mangiava davanti a noi figli senza farci toccare il cibo», dice Zanda. «Tanti dolori, diventati la mia forza». Racconta tutto nel suo libro “La vita oltre” che ha ispirato, anche nel titolo, la canzone di Deligia. «L'ho letto e ho rivissuto la mia infanzia in via Podgora e quella di tanti altri, cresciuti nella povertà ma con tanta dignità», spiega il cantante.
Gli esempi
Così proprio da questo quartiere sono venuti fuori esempi positivi. Deligia e Zanda lo ribadiscono. «In via Podgora», ricorda l'ultramaratoneta, «eravamo in undici in appena 50 metri quadri. A sette anni sono finito in collegio. A sedici sono tornato a casa: molti amici non c'erano più, divorati dalla droga. Altri, come me, sono andati avanti facendo tanti sacrifici per riuscire nei loro settori. Questo è il messaggio per i giovani: non seguire il branco ma raggiungere i propri traguardi con determinazione». Le parole della canzone di Deligia sono pugnalate, così come quelle del libro di Zanda. E fanno riflettere. «Quando l'ha sentita per la prima volta si è emozionato», confida il cantante che nel suo album “impegnato” racconta anche di sua madre, di una malata di Aids e dei troppi giovani andati via prematuramente (diventata la canzone per ricordare Willy, il giovane di San Michele morto in un incidente stradale un anno fa). «Dall'incidente che mi ha cambiato la vita», racconta Zanda, «ho comunque ricevuto tanto. Anche ispirare una canzone e ritornare nel mio quartiere».
Matteo Vercelli