Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Isola in bicicletta, boom di imprese Negli ultimi due anni sono passate da 57 a 72 e danno lavoro

Fonte: L'Unione Sarda
11 luglio 2019

LA PASSIONE.

Il report di Confartigianato. Matzutzi: occasione per far crescere anche il turismo

L'Isola in bicicletta, boom di imprese Negli ultimi due anni sono passate da 57 a 72 e danno lavoro a 200 addetti

C'è ancora tanto da fare per avere una presenza più capillare di piste ciclabili in Sardegna e per pedalare in modo sicuro, ma sono comunque sempre più numerosi gli appassionati delle due ruote che scelgono la bicicletta come mezzo di trasporto ideale, per spostarsi in città e recarsi al lavoro o a scuola.
Le aziende del settore
Poco importa che sia tradizionale, elettrica o pieghevole, perché negli ultimi tre anni la bici ha appassionato tanti sardi e questo ha inciso sull'incremento del numero di aziende specializzate. Nell'Isola le imprese che producono, riparano e fanno manutenzione per le biciclette sono passate dalle 57 del 2016 alle attuali 72 (18 artigiane), che danno lavoro a circa 200 addetti diretti. A livello territoriale, si scopre che 29 aziende (6 artigiane) operano in provincia di Sassari, 22 in quella di Cagliari (7 artigiane), 15 nel Nuorese (2 artigiane) e 6 nell'area di Oristano (3 artigiane). I dati emergono dall'indagine “Artibici 2019-Artigianato e filiera della bicicletta”, diffusa ieri dall'ufficio studi di Confartigianato Sardegna basata su dati Istat e Infocamere tra il 2017 e 2018.
Il dossier
A livello nazionale, le aziende del comparto sono 3.081 (+2,6% in 5 anni) e danno lavoro a 7.371 addetti. In questo caso, due terzi delle imprese sono artigiane e impiegano 3.582 lavoratori. «I numeri del dossier - spiega Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - evidenziano come ci sia ancora tanta strada da fare, e non soltanto in termini di infrastrutture. È necessario, infatti, programmare e incrementare gli investimenti in questo settore, per farlo crescere e creare economia buona e pulita. Significherebbe far crescere il turismo, ma anche sostenere il settore delle costruzioni stradali, l'artigianato della produzione e riparazione di biciclette, oltre che il commercio. Ricordiamoci che ogni cicloturista spende 130 euro al giorno rispetto ai 70 di uno che si reca al mare. Benefici ne avrebbero anche le aziende che si occupano di infrastrutture viarie: per realizzare un chilometro di pista occorrono circa 200mila euro».
Eleonora Bullegas