Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Movida cattiva, ho svenduto la casa»

Fonte: L'Unione Sarda
8 luglio 2019

MARINA.

Il presidente del comitato “Rumore, no grazie” confida in una svolta «Movida cattiva, ho svenduto la casa»

Chiasso durante la notte e minacce: il racconto di una residente in fuga

«In pochi anni attorno alla mia casa alla Marina hanno aperto sette ristoranti. Fumi, rumori, persino minacce. Alla fine, dopo tante denunce inascoltate, ho deciso di venderla. Anzi di regalarla, visto che nessuno me la pagherà mai per quanto vale».
Fuga dalla movida
Maria Loddo, psicoterapeuta cagliaritana, oggi vive a Roma dove ha frequentato l'Università e si è sposata. Nel 2016 aveva deciso di tornare in città e vivere coi figli nella casa in via Napoli ereditata dal padre, ma dopo un anno è scappata a causa della cosiddetta “cattiva movida”. «Sa cosa significa non chiudere mai occhio? Una notte dei vandali hanno preso a calci il portone perché avevo chiesto di fare silenzio: lì ho avuto paura e sono andata via». Ora torna per le vacanze, un mese all'anno. «La casa ce l'ho da sempre, da quando c'erano quattro pescatori. Insieme ad altri amici, tra cui molti professionisti, siamo stati tra i promotori della pedonalizzazione ma ora ce ne stiamo andando tutti. Veniamo tacciati di essere dei vecchi rincoglioniti ma questa cosa qui col turismo non c'entra nulla, non è vita notturna ma una schifezza buona soltanto per gli ubriaconi».
Il sindaco
Sull'eterna questione movida, mai risolta davvero, il neo primo cittadino Paolo Truzzu dimostra di avere le idee chiare, ad iniziare dal fatto che d'ora in avanti i controlli contro schiamazzi e botellon saranno stringenti. «Soprattutto alla Marina - dice - uno dei problemi principali non è rappresentato dai bar e ristoranti ma dagli assembramenti di persone che consumano alcolici all'aperto facendo baccano sino all'alba e lasciando ogni genere di rifiuti. Questi comportamenti non saranno più tollerati e darò disposizione perché la Polizia municipale intervenga per evitare che si creino le situazioni di degrado più volte denunciate dai residenti». Pugno duro con chi non rispetta le regole ma anche mano tesa verso un settore che rappresenta una fetta importante dell'economia cittadina. «Credo che sia necessario dialogare con i titolari delle attività - aggiunge Truzzu -, ragionando insieme su cosa si può fare, ad esempio adottando ulteriori accorgimenti per l'insonorizzazione dei locali». Ma anche ridisegnando l'idea stessa di movida e di quartiere a vocazione turistica. «Dobbiamo iniziare a ragionare sul fatto che una concentrazione eccessiva di questo tipo di attività in spazi molto ristretti non è positiva per nessuno».
I residenti
Enrico Marras, presidente del comitato “Rumore, no grazie” a cui aderiscono oltre 200 residenti, spera sia la volta buona. «Speriamo che la nuova giunta abbia riguardo per i nostri problemi che sono di carattere sanitario - dice -, ogni giorno ricevo mail di gente disperata e che vuole chiedere i danni al Comune. Noi non siamo contro bar e ristoranti, chiediamo soltanto che venga rispettata la normativa, compresa quella sull'inquinamento acustico approvata nel 2016 dal Consiglio comunale».
Massimo Ledda