Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ANALISI. Preferenze amare: dalle urne più d'una esclusione sorprendente Restano fuori dall'Aula ta

Fonte: L'Unione Sarda
25 giugno 2019

L'ANALISI. Preferenze amare: dalle urne più d'una esclusione sorprendente Restano fuori dall'Aula tanti nomi illustri

Molti erano i candidati (609), poche le poltrone (34). Inevitabilmente, le elezioni del 16 giugno hanno lasciato dietro di sé anche una scia di dispiaceri. Fra gli aspiranti amministratori rimasti fuori dall'aula, anche molti nomi e volti noti.
Centrodestra
Prendiamo Lino Bistrussu: due volte Alternos (una col centrodestra e una col centrosinistra), passato dai Riformatori a La Base, era diventato capogruppo del Psd'Az e presidente della commissione Attività produttive salvo dimettersi e passare all'opposizione dopo che i Quattro Mori si allearono con la Lega. Candidato come capolista di Fortza Paris (a sostegno di Paolo Truzzu), ha ottenuto 282 preferenze. Non gli sono bastate.
Sotto il suo nome, nella lista, c'era quello di un altro commerciante molto conosciuto: Davide Marcello, ex presidente provinciale della Confesercenti. Per lui 164 preferenze: niente da fare.
Anche il terzo nome in lista è di peso: Roberto Marras aveva sostituito alla guida dell'assessorato alle Politiche sociali Ferdinando (Nando) Secchi, sardista silurato dopo la suddetta alleanza col partito di Salvini. Marras ha racimolato 116 preferenze. Secchi 340: entrambi non eletti.
Tra i candidati pro Truzzu, un altro escluso dalla vita politica animata (Uds, Riformatori, Psd'Az, Sel, fino a una partecipazione alle Parlamentarie del M5s), è Paolo Casu. Le 381 preferenze raccolte come capolista di Cagliari civica non gli sono bastate. Né gli furono sufficienti 518 voti, lo scorso febbraio, per entrare in Consiglio regionale. Tre anni fa era uno dei sette in lizza per diventare sindaco e prese poco meno di 2.000 voti.
Più giovane ma non meno deluso è il consigliere uscente Federico Ibba: formatosi nell'Udc, è ora coordinatore regionale dei Centristi per l'Italia. Capolista dei Popolari per Cagliari, si è dato un gran da fare in campagna elettorale ma dalle urne sono uscite solo 308 schede con il suo nome: non eletto.
Stessa sorte per Emanuele Garzia, rappresentante di una famiglia importante per l'economia e la politica cittadina (il padre fu deputato, per molti anni presidente della Camera di commercio e del Cis): 185 le preferenze per lui nella lista Sardegna forte per Cagliari.
Centrosinistra
Anche sull'altro fronte, quello dei candidati a sostegno di Francesca Ghirra, non mancano le sorprese. Non ce l'ha fatta, per esempio, il medico Maurizio Chessa, consigliere e assessore uscente in quota Pd. Lo scorso agosto, quando si che Zedda avrebbe potuto candidarsi alla presidenza della Regione, il suo nome era nella rosa dei possibili eredi. La candidatura è arrivata per un posto in Consiglio, in ticket con Rita Polo per la doppia preferenza di genere: lei (944 voti) ce l'ha fatta, lui (587) no.
Non è andata meglio a Roberto Tramaloni, consigliere uscente di fede indipendentista (Partito dei sardi) candidato nella lista Marzia Cilloccu per Cagliari: 249 gli elettori che hanno votato per lui.
Niente aula nemmeno per il regista Jo Coda (Cagliari città d'Europa, 56 preferenze), né per il giornalista, anche lui candidato a sindaco tre anni fa, Paolo Matta, schierato da indipendente nella lista del Pd: 462 voti.
Marco Noce