Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La via del Samurai? «Un percorso scenografico»

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2019


Certo non è un caso se oltre diecimila visitatori da gennaio a oggi hanno apprezzato la mostra dedicata alla cultura dei samurai ospitata al Museo Sa Corona Arrùbia, a Lunamatrona, e aperta fino al 21 luglio. L'ideale estetico e morale degli antichi guerrieri giapponesi, disposti a morire in nome dell'onore e della lealtà, che ha influenzato la letteratura e cinematografia mondiali, continua a esercitare un fascino potente sulle persone di ogni età. Per questo, oltre ad accogliere famiglie, scolaresche, e gruppi di amici provenienti da ogni parte della Sardegna, il Consorzio Turistico della Marmilla, che ha organizzato la mostra, ha pubblicato anche un prezioso catalogo, “La via del Samurai. Bushido”, con un'ampia introduzione dedicata a ricostruire la lunga vicenda storica dei bushi, o samurai.
Il catalogo
Presentato al Museo d'Arte Siamese Stefano Cardu, a Cagliari, alla presenza di Luca Puddu, curatore scientifico del progetto, Francesco Sanna, presidente del Consorzio turistico della Marmilla, e Paola Mura, direttrice dei Musei Civici di Cagliari, il catalogo raccoglie tutte le opere in mostra: una cospicua parte della ricca collezione di armi e armature giapponesi di Frederick Stibbert, conservata nell'omonimo museo di Firenze, da cui proviene l'esposizione sarda. Elmi, corazze, maschere, archi e spade, le famose katane, ma anche il kimono e oggetti personali che narrano una storia lunga sette secoli circa (dal 1185 al 1868), in cui la casta militare dei samurai ha governato il Giappone, lasciando all'imperatore un ruolo solamente nominale.
Gli uomini d'arme
La storia dei guerrieri leggendari inizia alla fine del XVIII secolo, con il declino del potere imperiale e l'ascesa dei bushi, uomini d'armi , detti anche saburai, coloro che servono la nobiltà , e che attraverso la creazione di un rigido sistema feudale riuscirono a controllare l'impero. Una vicenda di sanguinosi scontri per il potere, ma anche della nascita di un codice etico che esaltava le virtù di lealtà, onore, coraggio, disciplina e frugalità, ovvero quelle caratteristiche morali che nel corso del tempo avrebbero contribuito a creare la via riservata al guerriero , in seguito diventata un culto: il Bushido. E che grande fascino esercita tuttora nella cultura occidentale.
L'esposizione
La via del samurai, allestita a Sa Corona Arrùbia, è arricchita di ampi riferimenti alla geografia, mitologia, filosofia, all'arte e alla gastronomia del Giappone. «La mostra è un percorso scenografico», spiega il curatore Luca Puddu, «che esalta la bellezza e il pregio delle opere, e, nello stesso tempo, aiuta a immergersi nella cultura che le ha prodotte per capirne fino in fondo il valore estetico e storico». Non solo. Nelle intenzioni del Consorzio che ha portato la rinomata collezione in Sardegna, c'era anche l'intenzione di valorizzare i legami tra l'isola del Pacifico e quella del Mediterraneo, entrambe, secondo Francesco Sanna: «luoghi di conservazione e custodia della tradizioni più autentiche». Del resto, il rapporto dei sardi con l'Oriente ha radici lontane, come dimostra l'esistenza del Museo Cardu, che ha da poco compiuto cento anni: «un'eccellenza mondiale», come lo ha definito la direttrice Paola Mura, e che non a caso ha ospitato la presentazione del catalogo.
Franca Rita Porcu