LA PULIZIA. Intervenire con le ruspe sarebbe un errore «I residui vegetali restino sull'arenile»
La mareggiata di lunedì scorso ha provocato due effetti positivi, secondo Sandro Demuro: «Ha pulito centinaia di metri quadrati di fondale portando i residui sulla spiaggia», dove inoltre «ha accumulato un'enorme quantità di cascami di posidonia, che la gente le chiama alghe e in realtà sono residui di una pianta superiore».
Nel primo caso la forza delle onde ha agito da spazzino naturale agevolando il lavoro dell'uomo, che ora «dovrebbe provvedere a eliminare tutta quella plastica prima che il vento la riporti in acqua». Nel secondo, invece, «non si deve intervenire con le ruspe. È sbagliato. Si dovrebbe far sedimentare posidonia, canne e residui organici marini: sono il nutrimento della spiaggia, la sua forza. Nel tempo creano una stratificazione e una permeabilità con le quali la spiaggia reagisce e resiste alle mareggiate. Crescendo. Se invece si togliesse tutto, il sistema ne sarebbe indebolito. Il Poetto si è creato nel corso di migliaia di anni, e noi negli ultimi venti abbiamo portato via il materiale che serve alla spiaggia per vivere. Ma così il livello, che non è piatto ma a gradini creati dalle mareggiate, si abbassa. La spiaggia è stata rapinata di sabbia e ridotta di spazio, il suo volume e il suo profilo sono stati modificati. Tutti sono convinti che la sabbia debba essere bianca, caraibica. Un errore». (an. m.)