Rassegna Stampa

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Vogliamo l’Accademia delle Belle Arti a Cagliari: la battaglia degli studenti del Liceo Artistico Fo

Fonte: web Vistanet Cagliari
15 febbraio 2019


Vogliamo l’Accademia delle Belle Arti a Cagliari: la battaglia degli studenti del Liceo Artistico Fois
Dal 2016 portano avanti una battaglia per ottenere che venga istituita una sede in città, una petizione, manifestazioni e performance artistiche non sono bastate agli studenti del Liceo Artistico Foisio Fois per ottenere l'istituzione dell'Accademia delle Belle Arti a Cagliari

     
«Il fatto che Cagliari non abbia mai avuto un Istituto per l’Alta Formazione Artistica, costituisce un’anomalia che ha origini nel passato». Ad affermarlo è Mimmo di Caterino, docente del Liceo Artistico di Cagliari che da ormai quasi tre anni sostiene i giovani aspiranti artisti nella loro battaglia per ottenere l’istituzione di una sede dell’Accademia delle Belle Arti a Cagliari. «I licei artistici vennero istituiti nel 1923, con la riforma Gentile – spiega il professore- che mise a sistema l’istruzione liceale artistica superiore, laddove esistevano delle accademie da secoli. Cagliari costituisce un’anomalia, perché non ha mai avuto l’accademia, eppure ha un liceo artistico e musicale». E in tutti questi anni l’anomalia è persistita nonostante il palese paradosso dei numeri: al momento a Cagliari ci sono 900 iscritti, quasi tutti del liceo artistico, e se si pensa che Roma con i suoi quasi tre milioni di abitanti ha 1200 iscritti e Ferrara che ospita un’Accademia internazionale ne ha meno di Cagliari, si capisce l’urgenza di correggere questa anomalia.

E il fatto che l’Accademia delle Belle arti esista a Sassari, non preclude la possibilità che ne possa esistere una anche a Cagliari, il Conservatorio infatti in cui si insegna l’alta formazione musicare esiste in entrambe le città. Dal 2016 i ragazzi, insieme coi docenti e i genitori hanno promosso una serie di iniziative come una petizione, diverse manifestazioni e performance artistiche come quella di qualche settimana fa ad Assemini. Gli studenti guidati dall’artista Rosaria Straffalaci nell’ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro, dopo aver realizzato un bellissimo murales, si sono espressi in una significativa performance legata proprio al bisogno di un’Accademia: i ragazzi indossavano dei copricapo che ricordavano le gallinelle della tradizione sarda, e hanno rappresentato tutto quello che è l’universo linguistico dell’arte,e attraverso il lancio di coriandoli colorati che fungevano da mangime, come nutrimento della mente, come studio, scoprivano poi di essere laureati, in pratica vedevano nella mangiatoia culturale la possibilità di realizzarsi come artisti. Alla performance ha partecipato anche la loro insegnante Isabella Mei.

Con questi eventi gli studenti cercano di sensibilizzare tutti al loro problema, e in particolare quelle istituzioni che potrebbero aiutarli: «abbiamo avuto un incontro con la Commissione Cultura della Regione Sardegna – racconta di Caterino- col presidente del Consiglio Comunale Portoghese, sono state avanzate diverse interrogazioni sia in consiglio regionale che in parlamento per far emergere questa anomalia. Dovrebbe essere la Regione a portare all’attenzione del ministero della pubblica istruzione, esattamente all’Afam, l’alta formazione artistica e musicale. Ai ragazzi basterebbe che si aprisse una sede staccata di quella sassarese». Ci sarebbero anche delle strade alternative dalle quali partire per istituire l’Accademia a Cagliari. Nel 1973 a Ravenna per esempio, fu istituito un corso accademico di arte del mosaico voluto dal Comune che poi fu convenzionato con L’accademia di belle arti di una città vicina. Quindi anche il comune di Cagliari o qualche altro comune della Città Metropolitana potrebbe attivare un corso simile, per esempio un corso triennale di ceramica o di murales, e convenzionarsi con l’accademia di Sassari. A quel punto i corsi si potrebbero diversificare e offrire quell’alta formazione che qui manca. «Il nostro obiettivo è quello di rendere questa anomalia un caso nazionale, o addirittura europeo – conclude il professore- quando Schulz era presidente della Commissione Europea, i ragazzi riuscirono a fargli avere una lettera, con la quale appunto segnalarono l’anomalia, ma lui rispose che la competenza era della regione. Noi vogliamo poter mettere i giovani artisti sardi in una condizione di pari opportunità, conseguendo lo stesso titolo di studio dei colleghi».