Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comune e salesiani litigano sulla strada L'assessore Chessa vuole vietare l'ingresso delle auto all

Fonte: L'Unione Sarda
11 febbraio 2019

PIAZZA GIOVANNI XXIII.

I religiosi rivendicano il diritto d'accesso alla parrocchia

Comune e salesiani litigano sulla strada L'assessore Chessa vuole vietare l'ingresso delle auto all'oratorio 

In piazza Giovanni XXIII si rivive la disputa tra Don Camillo e Peppone. Al posto dei due personaggi partoriti dalla penna di Guareschi, l'assessore ai Lavori pubblici Maurizio Chessa e il parroco di San Paolo don Simone Calvano. Al centro della disputa la strada che, da via Dante, consente l'ingresso delle auto all'oratorio e dei carri funebri ai piedi del sagrato.
Il Comune vuol dar via al maquillage dell'area sistemando il lastricato danneggiato, le panchine e la fontana trasformata in una discarica. Da una parte l'esigenza di preservare la piazza vietando il passaggio dei mezzi, dall'altra il diritto dei salesiani e degli scout di accedere alla parrocchia che, con 7.000 abitanti, è la più importante del capoluogo.
Multe e divieti
Il travertino di piazza Giovanni XXIII è una trappola per gli anziani e i bambini che la frequentano. La mattonelle divelte vengono riparate dagli operai comunali, ma dopo pochi giorni sono nuovamente distrutte. Sul banco degli imputati gli skater e gli automobilisti. I primi vengono assolti dall'assessore allo Sport, i secondi sono messi sotto accusa da Chessa. «Bisogna vietare il passaggio delle auto e comunque responsabilizzare l'oratorio eventualmente applicando una multa in modo tale da ripagare i lavori», afferma nella riunione della commissione Lavori pubblici.
I salesiani
Don Simone Calvano è il parroco di San Paolo. «In qualche modo dobbiamo pur entrare all'oratorio e in parrocchia: abbiamo tutto il diritto. Paghiamo regolarmente il passo carrabile. Ricordiamoci che la chiesa è antecedente alla piazza». Don Giorgio Mameli è la memoria storica della chiesa dedicata a San Paolo. «Piazza Giovanni XXIII e la chiesa sono sempre state al centro delle polemiche. Realizzata nel Dopoguerra per dare assistenza religiosa al quartiere Fonsarda, la costruzione fu duramente osteggiata dall'allora sindaco Giuseppe Brotzu che vedeva nel tempio l'interruzione naturale di via Dante». Prima dell'ultima trasformazione voluta dalla Giunta guidata da Emilio Floris la piazza era attraversata da due strade e le auto potevano arrivare sino alla scalinata. «Secondo me è stato commesso un errore dal progettista, sarebbe stato sufficiente prevedere un percorso carrabile resistente. Nel quartiere ci sono tanti anziani che con il divieto verrebbero penalizzati. Anche per andare a votare nelle scuole».
Andrea Artizzu