Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ora i sindaci possono guadagnare un po' di più

Fonte: L'Unione Sarda
28 gennaio 2019

LA NORMA. Deiana (Anci): è una questione di democrazia e dignità. Soddu (Cal): oggi stipendi inadeguati

 

Via al regolamento che consente di incrementare le indennità degli amministratori locali Un ritocco alle magre indennità dei sindaci, se pur a carico del bilancio comunale, senza trasferimenti aggiuntivi che servirebbero come l'aria. Il Consiglio regionale ha approvato un regolamento che consente alle Giunte di deliberare aumenti ai compensi degli amministratori locali, primi cittadini e assessori.
L'obiettivo
«Crediamo sia una questione di democrazia», sottolinea Francesco Agus, consigliere regionale di Campo progressista, presidente della commissione Autonomia. Parla di fuga dalle cariche pubbliche. «La Sardegna ha il maggior numero di Comuni commissariati per mancanza di candidati, e aumentano anche quelli in cui viene presentata un'unica lista». Poi c'è l'aspetto degli attentati e delle intimidazioni. «Sta diventando sempre più difficile agire a favore delle comunità locali», prosegue Agus, «si mette a rischio la propria incolumità e quella dei familiari, è un impegno 24 h sette giorni su sette, e spesso si è pure costretti a spendere denaro di tasca propria».
Gli stipendi
Il sindaco di un paese fino a mille abitanti prende 1290 euro lordi al mese, cioè poco più di 850 netti. Da 1001 a 3000 la cifra è di 1450 euro. Per queste due fasce, l'aumento possibile sarebbe del 50%. Per i centri da 3001 a 5000 residenti, l'emolumento è di 2170 euro e in questo caso gli amministratori potrebbero aumentarselo del 40%. Dove la popolazione è compresa tra 5001 e 10mila unità l'indennità è di 2790 euro; da 10.001 a 30mila è di 3100 euro; da 30.001 a 50mila è di 3460; da 50.001 a 100mila è di 4130 euro; da 100.001 a 250mila è di 5010 euro; da 250.001 a 500mila è di 5780 euro. Per le città con oltre mezzo milione di anime è di 7800 euro. Per pensionati o dipendenti pubblici l'importo è dimezzato, a meno che non si vada in aspettativa.
L'Anci
«Questo strumento per rendere serena l'agibilità democratica ed evitare che solo i benestanti possano fare politica a livello locale arriva con tre anni di ritardo», sottolinea il presidente dell'Anci, Emiliano Deiana. «È una questione di dignità, e la stessa cosa è stata fatta in altre regioni a Statuto speciale. Oggi un sindaco lavoratore dipendente percepisce solo il 50% dell'indennità prevista, moltissimi non arrivano a 500 euro. Un sindaco lavoratore autonomo non può esercitare, nemmeno a favore di privati, nel comune che amministra. Esiste quindi un problema che andava corretto, è una prima risposa parziale per evitare che si renda un servizio totalmente volontario».
La richiesta
Il regolamento approvato è una norma d'attuazione all'articolo 73 della legge regionale 2 del 4 febbraio 2016 (Riordino del sistema delle autonomie locali in materia di oneri connessi all'esercizio delle funzioni elettive) ed è stato chiesto dalle associazioni dei sindaci in diverse occasioni, l'ultima, durante la seduta congiunta di Consiglio e Cal il 4 dicembre.
Il Cal
In Aula, Andrea Soddu, sindaco di Nuoro e presidente del Consiglio delle autonomie locali, ha spiegato che nell'Isola «sposare la causa dell'amministratore locale è diventato veramente poco popolare e poco attraente, anche a causa del fatto che il trattamento economico di sindaci e assessori, specialmente nei piccoli paesi, non è adeguato, e non consente di svolgere al meglio la missione». Contestualmente, da più parti, era stato chiesto anche l'incremento del Fondo unico. Desiderio che non è stato esaudito.
Cristina Cossu