Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mezzi elettrici su due ruote: confusione Si chiama Segway ed è sempre più diffuso anche nelle vie de

Fonte: L'Unione Sarda
22 gennaio 2019

LA NOVITÀ.

Sul marciapiede o nella carreggiata? Il Codice della strada non lo dice

Mezzi elettrici su due ruote: confusione Si chiama Segway ed è sempre più diffuso anche nelle vie del capoluogo

È ben più che un interrogativo filosofico, la differenza tra essere ed esistere. Perché, in mezzo, ci sono le eventuali multe dei corpi di Polizia locale, alle prese con un buco normativo sulla “micro-mobilità elettrica”. Segway, hoverboard e monopattini da anni sfrecciano tra noi, quindi ci sono, ma non cercateli nel Codice della strada: non esistono. Il segway (il nome di una marca si è esteso all'oggetto, come accadde alla Motoape) è meno noto come biga elettrica e ha il manubrio. Se non lo ha, è un hoverboard. Sul monopattino ci si intende subito: quello di sempre, con un motore elettrico. «In realtà, si distingue tra mezzi di propulsione meccanica e mezzi a propulsione muscolare e meccanica», spiega Andrea Pica, titolare di un negozio-officina in via XX Settembre, ma qui la cosa si complica troppo. «Sono mezzi», aggiunge però Pica, «che l'Unione europea promuove perché decongestionano il traffico e non inquinano». Fin qui, tutto chiaro.
La confusione
A Cagliari non si sente parlare di multe, ma a volte chi utilizza questi mezzi elettrici ha lunghe discussioni con i vigili. Qui sorge l'altra questione filosofica: mentre ai titolari di segway (e parenti, un mezzo costa da 200 a 1.378 euro) è chiaro da dove vengono e dove vanno, sul “chi siamo” il dubbio c'è. Questione non da poco: da essa dipende la possibilità di concedere incentivi statali per 25 milioni l'anno a chi utilizza la micro-mobilità elettrica.
L'inquadramento
In attesa che diventi norma un emendamento alla legge di bilancio, che dà un'identità a questi mezzi, la latitanza del Codice della strada è colmata parzialmente da un parere. Il ministero dei Trasporti l'ha scritto in una nota (numero 26702) il 20 marzo del 2007, in risposta a una lettera in cui la Segway (la ditta) chiedeva: «Ma noi, chi siamo?». Il ministero replicò equiparando la micro-mobilità elettrica ai pedoni. E lì siamo ancora, 12 anni dopo.
Le regole attuali
È del 2004 una sperimentazione che, secondo alcuni, è ancora in atto. Resta valida la nota del ministero, che dà alcune prescrizioni: i segway (e simili, ma anche su quest'estensione si discute) avranno una velocità massima di 6 chilometri orari (dev'esserci un limitatore a bordo) in aree pedonali e marciapiedi. Salgono a 20 nelle piste ciclabili. Si possono usare dai 16 anni di età in su, ma non in zone poco illuminate. Attraversano la strada esattamente come i pedoni e, come loro, procedono sul lato sinistro della carreggiata se il marciapiede non c'è.
Le norme del futuro
L'emendamento del parlamentare del Pd Luciano Nobili, se approvato, porterà chiarezza. Ecco cosa prevede: sperimentazione con circolazione su strada, contributi per 25 milioni in quattro anni, caratteristiche tecniche per essere usati sulle piste ciclabili (la legge attuale prevede l'uso solo in cortili e strade private) e un margine di autonomia dei sindaci. L'emendamento procede, ma lentamente: assai meno che a sei chilometri orari.
Luigi Almiento