Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nonostante le concessioni edilizie nuovi vincoli fermano i lavori Palazzi sospesi, cause a sei zeri

Fonte: L'Unione Sarda
22 gennaio 2019

URBANISTICA.

Nonostante le concessioni edilizie nuovi vincoli fermano i lavori Palazzi sospesi, cause a sei zeri Richieste di risarcimento milionarie da parte dei proprietari

Lavori sospesi, palazzi mai realizzati e vincoli nuovi. Nonostante le concessioni edilizie e i piani approvati, l'apertura di un cantiere può riservare delle sorprese e le opere possono andare per le lunghe o non vedere mai la fine dando vita a cause legali con le quali i proprietari sperano in un risarcimento. In via dei Genovesi, per esempio, l'ultima parola spetterà al presidente della Repubblica. Dopo la causa persa al Tar, quella vinta al Consiglio di Stato e quella non ancora conclusa per il risarcimento danni, la società Dac si è rivolta al Quirinale e ha chiesto l'annullamento del vincolo (il secondo) posto dalla Soprintendenza su Palazzo Aymerich.
Corsi e ricorsi
La querelle tra i proprietari dell'edificio e la Soprintendenza va avanti dal 2006, quando per la prima volta il responsabile dei beni paesaggistici sospese il cantiere perché il rudere (l'edificio venne bombardato durante la seconda guerra mondiale) poteva essere attribuito al maestro Gaetano Cima, architetto cui si deve anche l'ospedale San Giovanni di Dio. L'impedimento è stato annullato nel 2013 dal Consiglio di Stato con una sentenza che sottolinea «elementi di perplessità e contradditorietà, che dimostrano mancanza di compiutezza nella attività istruttoria propedeutica alla apposizione del vincolo».
La richiesta danni
«A quel punto abbiamo intentato la causa di risarcimento con la richiesta di poco meno di tre milioni e mezzo di euro - spiega Vittorio Angius, proprietario del palazzo -. Quando stavamo per giungere alla decisione del giudice, lo scorso anno, la Soprintendenza ha posto un nuovo vincolo sospendendo il procedimento risarcitorio e noi ci siamo rivolti al presidente della Repubblica per porre fine alla vicenda».
Via Gallinara
Ha già fatto i calcoli e presentato il conto al Comune Franco Cardia, proprietario di un'impresa e del palazzo che si trova in via Gallinara. «Durante la prima udienza, il 31 ottobre scorso, ho chiesto un risarcimento di 21 milioni perché nonostante la concessione edilizia del 2007, hanno sospeso a lungo i lavori adducendo la mancanza di un parere paesaggistico che l'ufficio tecnico del Comune aveva assicurato non servisse. Io ho avviato il cantiere solo dopo aver avuto le autorizzazioni. C'è una transazione in corso, vedremo come andrà». La vicenda giudiziaria avviata per stabilire se la palazzina sia abusiva oppure no, tuttavia, non si è ancora conclusa. Benché il Tar abbia dato ragione al costruttore, i vicini di casa che fin dall'inizio avevano contestato la legittimità della concessione, hanno fatto un ricorso al Consiglio di Stato. La sentenza il 31 gennaio.
Mariella Careddu