Di Paolo Rapeanu 15 novembre 2018
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Sedicenni che sferrano coltellate ai compagni, giovanissimi che fanno passare le pene dell’inferno agli insegnanti, e poi le “cricche” che, dopo la scuola, spesso e purtroppo si ritrovano a consumare alcol e droga. E la prefetta chiama tutte le istituzioni a raccolta: Comune di Cagliari (assente il sindaco, al suo posto l’assessore allo Sport Yuri Marcialis), polizia, carabinieri, Guardia di Finanza, tribunale per i minori e garante per l’infanzia. “Dobbiamo capire se si tratta della punta di un iceberg o di casi isolati, che in quanto tali possono far emergere malessere e disagio”, dice la Tafuri, “oggi nasce un osservatorio per svolgere azioni congiunte nel territorio provinciale”.
Ma cosa fare per combattere quello che sarebbe un “disagio” e “malessere” vissuto dai giovani? “È importante coinvolgerli nelle scuole, alcuni di loro possono essere i tutor di quelli più giovani anche sulla base delle loro esperienze. Sport e soprattutto volontariato possono farli uscire dai loro mondi virtuali”, afferma la prefetta. E c’è anche il tema della “malamovida, cioè quando ci sono abusi di alcol e droghe. La movida in sé va bene, è giusto che i ragazzi si incontrino anche per dare un valore alla città, per creare vivicità e rendere frequentate strade e piazze”