Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il colera trasformò il bacino

Fonte: L'Unione Sarda
12 novembre 2018

LA STORIA. Il nuovo corso dei fiumi e dei ruscelli

 

 

Tutta colpa del vibrione. Fu l'epidemia di colera del 1973 a cambiare il volto di Santa Gilla. Sino a quel momento, la laguna riceveva l'acqua di diversi fiumi, dal Flumini Mannu (che attraversa il Sarcidano, la Marmilla, la Trexenta e diverse zone dell'Iglesiente) al rio Cixerri (che ha la fonte nel Sulcis), passando per il fiume di Sestu. Corsi d'acqua sui quali scaricano anche altri piccoli ruscelli locali. Il fatto è che, allora, gli scarichi fognari dei tantissimi paesi attraversati finivano proprio in quei corsi d'acqua.
L'epidemia di colera convinse la Regione a intervenire: fu vietata la pesca nella laguna e fu deciso di modificare il percorso dei corsi d'acqua che, attraverso nuovi canali, sboccassero direttamente in mare. «Un lavoro immane», racconta Vincenzo Tiana, del comitato scientifico di Legambiente e presidente dell'associazione per il parco di Molentargius. «Soltanto per fare quelle opere furono spesi ottanta miliardi di vecchie lire ai quali si devono aggiungere i soldi spesi per sistemare i trecento pescatori rimasti senza lavoro». In tanti, abbandonata l'acqua, si ritrovarono a fare gli autisti o gli uscieri alla Regione.
Non solo: fu bonificata l'intera area dal momento che in laguna finivano anche i residui delle lavorazioni minerarie del Sulcis e quelli della laveria Silius di Assemini che lavorava la fluorite. Tutti quei residui, piombo, mercurio e arsenico, furono spostati in alcuni vasconi che rubarono alla laguna 250 ettari (dei 5.800 totali).
La situazione, rispetto ad allora, è cambiata: nel frattempo, tutti i paesi si sono dotati di depuratori. Da Sestu e da Serramanna, per esempio, non arrivano più acque inquinate. Quei canali che dirottano i corsi direttamente verso il mare (uno alla Scafa e uno al porto canale), in teoria, non servirebbe più. Eppure, quando le alluvioni si fanno imponenti, come è accaduto qualche settimana fa, si trovano ugualmente acque fognarie. Probabilmente, dicono a mezza voce i pescatori di Santa Gilla, perché ci sarebbero parecchi scarichi abusivi, in particolare di allevamenti e aziende agricole, nel percorso dei fiumi e dei torrenti. ( mar. co. )