Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

'68-'77, cultura o controcultura?

Fonte: L'Unione Sarda
8 novembre 2018

ARTE. Duecento pezzi in mostra sino al 3 marzo al SEARCH di Cagliari

'68-'77, cultura o controcultura?

L'importante è “Vietato vietare” La collezione Longo tra antimilitarismo, liberazione sessuale, psichedelia

Quale luogo cagliaritano più adatto del Cartec (sì, i “grottoni” dei Giardini Pubblici), per ospitare una mostra underground? E quale spazio espositivo più idoneo della Galleria Comunale per essere occupato (pacificamente) da alcuni pezzi della mostra? Bello, e al momento impossibile. E allora, per questo nuovo, stimolante progetto dei Musei Civici, Paola Mura, che li dirige, ha scelto una terza via: il SEARCH. Non un ripiego, ma una nuova opportunità. Da stasera sino al 3 marzo lo spazio del Largo Carlo Felice 2 ospiterà “Vietato Vietare. Controcultura in Italia 1968-1977”. Anni formidabili, che saranno raccontati al pubblico attraverso duecento pezzi rari ed emozionanti. Da ammirare con un pizzico di nostalgia - per chi ha vissuto quella temperie sociale, culturale, politica - da scoprire con sorpresa per chi li osserverà con la distanza dovuta a reperti di mezzo secolo fa. Eppure così vivi, e stimolanti, e rivoluzionari, oggi più che mai.
La collezione Longo
A regalare questa emozione alla città in cui è nato, per poi trasferirsi bambino a Brescia, con la famiglia, è il collezionista Enzo Longo. Nel 1968 aveva tre anni, dodici nel '77. La sua curiosità, unita alla passione per l'arte, lo ha portato a costruire, in anni di ricerca, questa collezione davvero unica. Riviste, fumetti, libri, manifesti (ma anche giochi da tavolo) spesso stampati artigianalmente, sui temi più disparati: antimilitarismo, liberazione sessuale, psichedelia, ecologia, orientalismo. Fogli coloratissimi che raccontano che cosa i giovani sono riusciti a diffondere, attraverso la produzione autarchica (e non autorizzata) di materiali a stampa. L'idea della mostra, spiega, «nasce dalla volontà di sottrarre dall'oblio l'eredità di quei ragazzi, quelle donne e quegli uomini, oltre che dalla necessità di salvaguardare le tracce del nostro vissuto».
Memoria collettiva
Una straordinaria, persino commovente, memoria collettiva che Cagliari ha il privilegio di ospitare per prima, grazie al legame che unisce Longo alla sua città (nel 2009, per il centenario del Manifesto del futurismo, una sua collezione fu esposta all'Exmà). Allora l'assessore alla cultura era Giorgio Pellegrini. Oggi spetta a Paolo Frau, adolescente nel '68, firmare a nome dell'amministrazione comunale questa mostra che stasera alle 18.30 sarà inaugurata dal sindaco Massimo Zedda.
La rassegna, per il suo carattere, non prevede biglietto d'ingresso: è aperta a tutti, soprattutto ai giovani che potranno scoprire un aspetto affascinante di quella grande rivoluzione culturale; cogliere, attraverso il materiale custodito nelle teche e in molti casi riprodotto in grandi manifesti sulle pareti, «la necessità delle generazioni più giovani di dare voce alla propria ansia di cambiamento, opponendosi in modo radicale ai valori della società dominante e proponendo modelli di vita e di socializzazione differenti». Scrive così nella sua presentazione Melania Gazzotti, che ha curato la rassegna e scritto i testi delle singole sezioni, essenziali per cucire la storia.
Un progetto importante, quello dei Musei Civici diretti da Paola Mura (assistita in questa impresa da Efisio Carbone): perché espone una delle tre collezioni al mondo più complete su questo tema, e perché è l'ideale prosecuzione della mostra “'68, Materiali per un museo progressivo”, fino al 25 novembre al Palazzo di Città, nuova tappa del festival CagliariPaesaggio, promosso dall'assessorato comunale alla cultura con la Fondazione di Sardegna.
Le rarità
Raccontare la vivacità della mostra non è possibile, tanto è ricca di suggestioni. E di rarità, come quella pagina (marzo '68) del liceo Berchet di Milano in occupazione, quel “Manuale di autodifesa e di lotta per i minorenni contro la famiglia”. O i manifesti di Pazienza, Guarnaccia, Scozzari, Liberatore, Echaurren. E il video, con Pasolini, sull'ultimo incontro del '76 al Parco Lambro.
Tutta da vivere non come una celebrazione fine a sé stessa, ma come uno stimolante cantiere di idee.
Maria Paola Masala