Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ragazzini tra alcol, marijuana e sesso

Fonte: L'Unione Sarda
8 novembre 2018

L'INCHIESTA. La mappa dei punti nei quali si incontrano le comitive più numerose Ragazzini tra alcol, marijuana e sesso

Riscritta la toponomastica: il Parco della musica è “Piazza Bianca” «Non chiamatele baby gang». Parla a ragion veduta lo psicoterapeuta Luca Pisano: ha messo insieme un gruppo di genitori che vigilano sulle vite, quella reale e quella digitali, dei figli. Non solo: andando in giro nelle scuole, riesce anche a raccogliere testimonianze dirette dei ragazzini. «Non sono baby gang ma aggregazioni di giovani che hanno comportamenti normali. Solo in alcuni casi, i comportamenti diventano devianti, se non addirittura criminali». Mancano, è vero, gli operatori di strada che sarebbero in grado di prendere contatto con questi ragazzi. Ma questi gruppi hanno pochi segreti: si conoscono i loro nomi, le loro abitudini e anche i luoghi in cui si ritrovano.
Santuzza
Nato a Sant'Elia (Santuzza è il nomignolo usato proprio per definire la borgata marina), il gruppo ha finito con il riunire ragazzi di San Michele ma anche di altri quartieri. Forse è il gruppo più “vecchio”. Ed è anche quello che merita di essere seguito con grande attenzione: molti componenti esaltano la capacità di delinquere, oltre che l'uso di droghe e alcol. Nelle loro storie su Instragram, vengono rappresentate scene in cui si vantano di aver commesso qualche reato; addirittura, fanno dirette social quando finiscono in questura. Non a caso, il loro hastag di riferimento era #iltradimentononvaperdonato. Ora sostituito da i #iburreti, con chiaro riferimento all'intensa attività sessuale di cui si vantano.
Family di stuggio
Il gruppo si è costituito dall'unione di due vecchie aggregazioni, la Ccc (Cagliari che conta) e la Family al burro (che si riuniva in piazza Vaneggio, cioè nella zona della chiesa di Santa Caterina) che si ritrovano in tre sedi, tutte denominate piazza Stuggio. Gli appartenenti non enfatizzano la devianza e la criminalità. Ma, nelle loro chat, affollatissime, si verificano fenomeni di sexting, legati al revenge porn e di cyberbullismo. Altra caratteristica del gruppo è la misoginia che accomuna ragazzi e ragazze. Nella chat “Le chiappette wow wow”, i giovanissimi trattano le loro coetanee come meri oggetti sessuali (con la “complicità” delle stesse ragazze).
Genne
Partiti, come dice il nome, a Genneruxi, gli appartenenti al gruppo talvolta scivolano verso la devianza e la criminalità. Oltre alla misoginia e all'uso di alcol e marijuana, questi ragazzi hanno comportamenti aggressivi, addirittura nei confronti dei genitori e dei docenti. Hanno rapporti con Santuzza per l'acquisto della droga. Ma non hanno la consapevolezza di spacciare: quando comprano la marijuana per sé e per qualche compagno di classe, sono convinti di non commettere alcun reato ma di “fare una commissione”.
Eugenne
Sottogruppo di Genne, i membri si hanno lasciato il quartiere d'origine: il loro punto di ritrovo è proprio nella zona del Dettori. Esaltano il sessismo e lo sballo: uno dei loro motti è “sulle vostre putt… ci pippiamo”. Uno su tre degli appartenenti al gruppo usa alcolici e marijuana.
Pi bianca
Altro gruppo nato a Genneruxi. E anche questi giovanissimi esaltano la subcultura dello sballo. Dai racconti fatti da alcuni studenti, risulterebbe che si spostano sino a Pirri per trovare la marijuana.
“Seconda generazione”
Non esiste un nome ufficiale: sono figli di stranieri ma hanno la cittadinanza italiana. Si riuniscono nel triangolo tra piazza Giovanni XXIII, il Parco della musica e il McDonald's. Tendono a fare gruppo a sé ma, frequentando una zona che calamita tanti altri ragazzini, talvolta si scontrano con i loro coetanei. D'altronde, il Parco della musica (come il porto, nella zona di piazza Vittime del Moby Prince) è uno dei luoghi in cui ci si dà appuntamento per “centrarsi”.
“Gli stranieri”
Anche questo gruppo non ha un nome. Sono giovanissimi migranti che, dopo la scuola, si ritrovano nella zona di piazza Giovanni XXIII. Viste le difficoltà a essere accettati da molti loro coetanei, finiscono inesorabilmente con il ritrovarsi tra loro.
Marcello Cocco