Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le "favelas" restano in piedi

Fonte: L'Unione Sarda
12 ottobre 2018

IS MIRRIONIS. Ora si punta a ristrutturare gli alloggi di piazza Granatieri di Sardegna

 

Il Comune: «Mancano i fondi per ricostruire le case popolari» 

 

Un anno dopo l'annuncio dell'allora assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa («sono case concepite male, malsane, piene di muffa: sono favelas, la priorità è abbatterle per ricostruirle»), il Comune è costretto a cambiare rotta: fatti i conti, il suo successore Maurizio Chessa spiega che «mancano i fondi» necessari a eseguire l'intervento e che, dunque, in questo momento l'unica strada «perseguibile» è la ristrutturazione di quei 74 appartamenti che danno su piazza Granatieri di Sardegna, a Is Mirrionis. Costruite negli anni '50, sono abitazioni che hanno facciate e balconi malandati, presentano infiltrazioni, pareti deteriorate con i ferri a vista e l'intonaco che cade a terra.
IMPOSSIBILE Le buone intenzioni del 2017 sono sparite davanti alla dura realtà di cassa. Lo stesso Gianni Chessa, allora, aveva spiegato che per portare a termine il progetto erano necessari ulteriori fondi rispetto a quelli disponibili. L'amministrazione cittadina aveva 3,4 milioni di euro (tre di provenienza regionale), cifra sufficiente ad ammodernare una trentina di unità abitative dal civico 4 al civico 9: le altre erano state ristrutturate in precedenza con 5 milioni stanziati dalla Giunta Floris. Per lavorare anche in questi edifici erano necessari altri 2 milioni ma, a quel punto, aveva pensato l'ex assessore, «con 5,4 milioni si potrebbe abbattere tutto e ricostruire».
LA REGIONE Buoni propositi archiviati. «Non abbiamo i fondi sufficienti», ammette Maurizio Chessa. Non si è riusciti a “rimodulare” il finanziamento con la Regione: a rivedere cioè la destinazione del denaro. Non l'unico problema. «In diverse palazzine alcuni appartamenti sono di proprietà privata», spiega Maurizio Chessa, «e ai titolari dovremmo chiedere la compartecipazione alle spese. Se non fossero d'accordo, sarebbe difficile andare avanti. In più dovremmo tenere in conto anche le spese da sostenere per trovare una sistemazione provvisoria agli inquilini».
LE SPESE Per la ristrutturazione, aveva spiegato Gianni Chessa un anno fa, il Comune spende «ogni 12 mesi in media 1,8 milioni di euro. L'edilizia popolare nel tempo ha lasciato sprechi e case piene di muffa, concepite male. Quelle di Is Mirrionis sono tra le peggiori della città, le nostre favelas. Buttandole giù potremmo costruirne di nuove da 75 metri quadri spendendo mille euro a metro quadrato. Un bel risparmio. Non si deve buttare il denaro pubblico, dobbiamo dare dignità ai cittadini. Le famiglie sono sempre più anziane, hanno problemi economici».
RISTRUTTURARE Poiché però abbatterle non è possibile, ora «tanto vale fare qualcosa che abbia un senso», spiega Maurizio Chessa. Cioè: intervenire con una ristrutturazione «duratura» e utile. «Al momento» su quelle palazzine «si buttano soldi senza ottenere risultati», rattoppi e pezze di breve durata e che non risolvono problemi seri. Per «una ristrutturazione complessiva e solida sono disponibili 3 milioni e 160 mila euro. Infissi, coperture, pareti. Saranno sistemati anche i campi da calcio e le aree cortilizie». Il via agli interventi? «Ancora non lo sappiamo. Entro l'anno però sarà difficile. Sembrano tempi biblici, ma non abbiamo personale: in sei mesi l'assessorato ha perso sette dipendenti, è impossibile fare più di quel che si fa. Lavorano tutti tantissimo».
IN CITTÀ Nel resto della città sono previsti altri interventi in aree di edilizia popolare, sono disponibili circa 4 milioni.
Andrea Manunza