Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il braccialetto che salva i bimbi Il brevetto di un cagliaritano per non dimenticare i figli in aut

Fonte: L'Unione Sarda
18 settembre 2018

Marco De Iuliis vive e lavora a Milano: la sua idea è stata adottata da tre Comuni lombardi

Il braccialetto che salva i bimbi Il brevetto di un cagliaritano per non dimenticare i figli in auto 


L'illuminazione gli è venuta mentre chattava via Twitter con Samantha Cristoforetti nei mesi in cui l'astronauta italiana era in orbita attorno alla Terra sulla stazione spaziale. «Da poco avevo letto di un bimbo morto in Toscana dopo essere stato dimenticato in auto dal padre e la notizia mi aveva choccato. Mi sono detto: è possibile che io riesca a parlare con un'astronauta e non si possa fare nulla per evitare queste tragedie?».
IL PERSONAGGIO Marco De Iuliis, 38 anni - cagliaritano (ma nato a Capoterra) da tempo residente in provincia di Milano, tre figli dagli otto mesi ai sette anni - ha così passato in rassegna tutti i vari accorgimenti tecnologici salva-bambini disponibili, dai sensori di peso sul seggiolino ai rilevatori di movimento. Ma siccome lui la tecnologia la conosce bene - è progettista designer laureato al Politecnico di Milano e lavora per un'azienda di Information technology - ha anche capito che la soluzione doveva essere più economica e a portata di mano.
IL RACCONTO «Uno smartphone o un sistema bluetooth si possono bloccare o guastare - sostiene -, una app può non funzionare se non si scaricano tutti gli aggiornamenti. Io volevo qualcosa che funzionasse sempre e per tutti, dall'immigrato o l'operaio che porta i figli all'asilo e che non può permettersi certe spese alla nonna che non ha dimestichezza con la tecnologia».
IL BRACCIALETTO Così è nata l'idea apparentemente banale come tutte le soluzioni semplici ma efficaci: un braccialetto di colore rosso, il colore universale delle emergenze, che riporta un logo e un messaggio chiaro: Bimbo in auto . «La superficie esterna è in silicone anallergico: non scivola e non si sfila accidentalmente», spiega De Iuliis. «Deve stare sempre attaccato al seggiolino e viene stretto all'avambraccio del genitore nel momento in cui il bimbo viene sistemato in auto. Finito il viaggio il genitore riprende il bambino e si toglie il braccialetto, agganciandolo nuovamente al seggiolino. Il vantaggio è che viene facilmente notato anche da un collega o da uno sconosciuto per strada che a quel punto può dare l'allarme».
CASI NON RARI Lo ha chiamato “Schiaffo”, come quello che serve per svegliare un padre o una madre che, per mille ragioni, quasi sempre a causa di un forte stress, possono arrivare al punto di andare al lavoro convinti erroneamente di aver accompagnato il pargolo all'asilo. «Sembra assurdo ma purtroppo accade più spesso di quello che si creda - aggiunge De Iuliis -, negli Stati Uniti ogni settimana un bambino perde la vita perché viene dimenticato in auto dai genitori mentre da un'indagine senza pretese statistiche che abbiamo fatto tra un migliaio di padri e madri iscritti alle associazioni di genitori, abbiamo scoperto che dal 2016 al 2018 una cosa simile era successa a ben 32 di loro. Fortunatamente se capita in autunno o in inverno gli esiti di questa dimenticanza non sono quasi mai gravi e raramente lo si viene a sapere».
IL BOOM L'idea è stata subito sposata dall'associazione di volontariato Tenace di cui Marco fa parte e sei mesi fa ha visto la luce. Poi è stata adottata dai Comuni di Arluno, Corbetta e Magenta e da alcune farmacie lombarde che regalano il braccialetto - che costa 7 euro - ai neo genitori. «Dopo sei mesi e la pubblicità ottenuta grazie ad alcuni servizi giornalistici le richieste sono esplose - conclude Marco -. Ho costituito una ditta individuale che devolve parte del ricavato all'associazione e adesso il braccialetto è acquistabile anche online. Ma non lo faccio per soldi, un lavoro ce l'ho. Spero solo che fra due anni, anche grazie al mio Schiaffo, non si leggano più certe notizie».
Massimo Ledda