Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Crollo delle presenze, musei in crisi

Fonte: L'Unione Sarda
27 luglio 2009

L'inchiesta. Pochi finanziamenti, poche mostre appetibili, visitatori in calo dell'80% in alcuni centri d'arte e cultura

Il Comune prepara la svolta: via alla privatizzazione

Alla scadenza dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse sono arrivate al Comune 52 richieste. Non solo mostre o eventi culturali ma serate di tango, matrimoni e miss.
La nuova politica comunale sembra essere quella imboccata dai gestori della Passeggiata coperta: non solo mostre o eventi culturali ma serate di tango, ricevimenti matrimoniali e buffet di vario genere, tornei di scacchi, selezioni di miss. Perché nemmeno nella rinata Galleria Umberto I°, tra i fiori all'occhiello dell'offerta monumentale cittadina, pare si possa campare solo di biglietti: 703 dal 15 febbraio al 30 giugno. Meno dei 2412 staccati nello stesso periodo all'Antico palazzo di città, che detiene il record di presenze grazie, soprattutto, alle visite di scolaresche e gruppi vari.
Male il Castello di San Michele, che nel primo semestre del 2009 ha registrato 905 presenze contro le 8881 del 2008. In sofferenza anche l'Exmà, 2248 biglietti contro gli 8115 di un anno fa.
POCHI FONDI Conseguenze inevitabili della costante emorragia di finanziamenti che ha ridotto il budget a disposizione dei centri comunali d'arte e cultura a circa un milione di euro, l'80% dei quali va via in costi di personale, di gestione, di manutenzione ed imposte. Ecco perché nell'avviso pubblico pubblicato dal Comune per la ricerca di nuovi gestori c'è scritto chiaro che «... l'aggiudicazione non comprenderà costi a carico dell'amministrazione comunale».
«NUOVE IDEE» Insomma: dopo aver investito per ristrutturare i centri e per la loro gestione nei primi anni, il Comune non intende spendere più un soldo e spiana la strada alla privatizzazione. «In dieci anni abbiamo aperto vari centri, li abbiamo sperimentati ma ora ci siano resi conto che così non si può andare avanti»; spiega Ada Lai, capo area Servizi al cittadino. «Servono investimenti, altre esperienze, un modo diverso di gestirli, magari inserendoli in circuiti internazionali. Ed è certo che non possono essere tutti utilizzati come musei, o almeno non solo. Devono essere contenitori di attività diverse, naturalmente compatibili con la conservazione del bene».
Significa che anche il Castello di San Michele ospiterà buffet, bambini festanti, palloncini colorati e torte nuziali? Giorgio Pellegrini (vedi intervista a fianco) non si rassegna: «Non ci sto a vedere Lazzaretto trasformato in ristorante». Però anche l'assessore alla Cultura ammette che i centri sono troppi, e non si oppone all'affidamento ai privati. Tutti (compreso il Museo della Prefettura, di prossima apertura) tranne Exmà, Lazzaretto e Ghetto. «Significa concentrare le poche risorse su tre centri».
UN ERRORE Fabrizio Frongia, presidente del Consorzio Camù, che gestisce Exmà, Castello di San Michele, Lazzaretto, Ghetto e le due torri, conferma i tagli e polemizza: «Se va a buon fine questo esperimento sarà l'unico nel pianeta. Non c'è luogo al mondo dove il privato abbia in gestione i gioielli di famiglia e assicuri servizi pubblici culturali». Un errore anche per Massimo Zedda, consigliere comunale e regionale Sinistra democratica e membro della commissione cultura: «Non si possono mettere in un'unica manifestazione di interesse centri culturali diversi tra loro».
52 RICHIESTE Alla scadenza dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse sono arrivate al Comune 52 richieste. Significa che l'interesse c'è. Per farne che cosa?
FABIO MANCA

26/07/2009