Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Indagine del Sole 24 ore: meno 4,8% a Sassari, meglio Cagliari (-1%) Redditi, il calo continua Stipe

Fonte: L'Unione Sarda
28 agosto 2018

Indagine del Sole 24 ore: meno 4,8% a Sassari, meglio Cagliari (-1%) Redditi, il calo continua Stipendi dei sardi più bassi di quelli di 10 anni fa

I sardi, colpa della crisi, continuano a piangere. E chi vive e lavora nella provincia di Sassari versa più lacrime di altri. Dal 2008 al 2017 i redditi dei lavoratori isolani continuano a fare un brusco passo indietro. A volte anche notevole.
Secondo un'indagine pubblicata dal Sole 24 Ore, infatti, gli stipendi delle persone che lavorano nella provincia di Sassari sono più bassi di quasi il 5% rispetto a dieci anni fa (22.165 euro lordi in media), un crollo che colloca Sassari all'ottavo posto in Italia tra le province che hanno registrato il maggior calo percentuale. Tutte le province sarde registrano il segno meno: Carbonia (Sud Sardegna) -4.03% (19.200 euro), Nuoro -3,14% (21.409 euro), Oristano -2,37% (21.711 euro). Segno negativo, anche se più contenuto, anche a Cagliari, -1.09%, che comunque si conferma al top in Sardegna con 25.681 euro di reddito medio lordo annuo. A livello nazionale il calo è stato invece del 2%.
«MANCANZA DI SCELTE» «Questi dati rappresentano la perfetta fotografia di una realtà che purtroppo conosciamo molto bene», dice Pierluigi Ledda, segretario generale della Cisl di Sassari. «La provincia di Sassari soffre la crisi più di altri territori della Sardegna perché paga scelte che non si sono fatte o sono in forte ritardo», aggiunge. «Il problema, e questo vale in generale, è che manca il riconoscimento del lavoro come coesione sociale e come fattore di sviluppo economico», sottolinea Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «La forte precarizzazione del mercato del lavoro spinge verso il basso l'occupazione e incrementa i trattamenti retributivi da fame», spiega. E aggiunge: «Su questa condizione, esiste una precisa responsabilità del sistema delle imprese di cui devono farsi carico la politica e le associazioni datoriali. Se non comprendono che occorre abbandonare la strategia al ribasso che hanno seguito fino a oggi, il risultato non potrà che continuare a essere questo», dice. Il concetto lo ribadisce il numero uno della Cisl di Sassari: «Buona responsabilità di questa condizione ha tutta la classe dirigente, compresa quella imprenditoriale che si è rivelata troppo timida nel fare gli investimenti».
POCHI CONTRIBUENTI L'analisi del Sole 24 Ore considera anche il numero di contribuenti rispetto agli abitanti. In quasi tutte le province isolane (tranne Cagliari e Oristano) il rapporto contribuenti-abitanti è inferiore a quello medio nazionale (65,4%) e nel Sud Sardegna sta sotto il 60% (58,7% per l'esattezza), a Sassari e Nuoro appena sopra il 62%. «Significa che c'è una minore occupazione e chi lavora ha un reddito anche più basso», spiega Ledda. «L'aspetto che preoccupa è che questo problema non sembra destinato a risolversi in tempi brevi».
FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ Che i redditi soffrano ancora dell'effetto pre-crisi «è un fatto che vediamo tutti i giorni nei nostri centri di ascolto», dice don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari. «Negli ultimi tre-quattro anni, molte famiglie con stipendi da 900-1.000 euro vanno in difficoltà e si rivolgono a noi soprattutto per un'esigenza legata alla perdita della casa. I redditi sono sempre più bassi, i costi sempre più elevati. Inevitabile che in queste condizioni le persone vadano in sofferenza». (ma. mad.)