COMUNE. La pedonalizzazione in piazza Garibaldi Lino Bistrussu attacca:
«Un errore della Giunta»

«Con la chiusura di piazza Garibaldi gli abitanti di Villanova sono diventati dei reclusi»: Lino Bistrussu attacca la Giunta per l'intervento alla fine di via Garibaldi. Eletto con La Base, ha prima sostenuto la maggioranza per poi diventare leader del gruppo Psd'Az - creato con Gabriella Deidda, rimasta all'opposizione - annunciando però di restare con Zedda. Eppure il suo attacco su quell'intervento è frontale. Intervento curato dall'ex assessore sardista Gianni Chessa. «Hanno isolato un quartiere con un intervento da fare diversamente - accusa Bistrussu - credo che si debba intervenire al più presto».
«UN GROSSO ERRORE» Il capogruppo sardista ci tiene a sottolineare la sua passione per le zone pedonali. «Sono stato un pioniere della pedonalizzazione in città, l'ho sempre sostenuta, ma chiudere lo sbocco di via XXIV Maggio è stato un grosso errore - spiega - prima si poteva uscire dalla chiesa di San Domenico, scendere giù e raggiungere via Sonnino. Adesso se un residente di Villanova deve raggiungere via Farina è costretto a fare un giro lungo e tortuoso». Se davanti al Riva è stata realizzata la grande piazza, a ridosso delle palazzine c'è un tratto potenzialmente carrabile. «Vuol dire che quando l'hanno fatto pensavano di riaprire la strada, ma poi devono aver cambiato idea. Anche da via Einaudi si dovrebbe poter raggiungere quel tratto e arrivare in piazza Garibaldi».
SOS DEL COMMERCIO Lino Bistrussu, presidente della commissione Attività produttive, si lamenta per la mancanza di parcheggi che crea problemi ai negozianti. «Se non dai la possibilità di trovare parcheggio, ammazzi il commercio tradizionale e fai vincere la grande distribuzione. Ripeto: sono estremamente favorevole alle pedonalizzazioni, ma si deve lasciare la possibilità di spostarsi e garantire parcheggi».
La Giunta Zedda ha realizzato il progetto del percorso pedonale da piazza Garibaldi all'arco di Palabanda, ma per Bistrussu bisogna stare attenti. «Stiamo diventando una città che ha solo bar - conclude - vanno benissimo, ma esistono altri tipi di esigenze: anche chi abita in centro ha bisogno di poter fare un mazzo di chiavi o di andare in un altro tipo di negozio».
M. Z.