Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Nessuna paura» Il viadotto come tetto Auto sopra la testa e treni a ogni ora del giorno e della not

Fonte: L'Unione Sarda
23 agosto 2018

VIA BRENTA.

Massimo Lattucca abita a tre metri dal ponte da 23 anni:

«Nessuna paura» Il viadotto come tetto Auto sopra la testa e treni a ogni ora del giorno e della notte 

Il rumore metallico del treno e quello più ovattato delle auto scandiscono il trascorrere delle sue giornate, e delle sue notti, da 23 anni. Da un lato, sulla linea ferroviaria, passano le carrozze che collegano il capoluogo col resto dell'Isola; dall'altro, a qualche metro dal tetto della casa, incombe una bestia di asfalto e cemento. Un mostro di incalcolabili tonnellate sul quale transitano ogni ora centinaia di veicoli senza soluzione di continuità. «Solo intorno alle 2 del mattino il flusso cala, ma riprende poco dopo le 3. Camion, soprattutto».

SOTTO IL PONTE Massimo Lattucca ha 57 anni, una moglie, diversi figli e un'abitazione che “tocca” la strada statale a quattro corsie “195 Raccordo” dalla quale proprio in quel punto, tra il centro commerciale Auchan e via Brenta (davanti alla sede della polizia postale), parte lo svincolo che conduce in via Santa Gilla. Col sole e col buio le macchine vanno e vengono, salgono e scendono, inchiodano e accelerano. A volte si schiantano sulle barriere o tra di loro. «Ma ciò che dà fastidio è il fischio dei treni, mi sveglia ogni notte».

IL PANORAMA Vivere a contatto con un gigante simile non deve essere semplice, e ancor meno appare possibile dopo la disgrazia di Genova: 41 persone trascinate nell'abisso dal crollo del viadotto Morandi e morte atrocemente 59 metri più giù. A Cagliari è diverso, certo: il cavalcavia non raggiunge simili altezze (neanche dieci metri) e il tipo di costruzione è differente. Ma aprire la finestra del bagno al primo piano e vedere un muro di calcestruzzo davanti ai propri occhi mentre poco più su transita un tir non può lasciare tranquilli. «Paura? No», giura Lattucca mentre fuma una sigaretta e osserva la strada, «qui non succede nulla. Incidenti? Pochi. Magari più avanti, dove c'è la curva. Lì sì. È il punto critico. Qua sopra spesso sento lunghe e improvvise frenate e penso: mì, immoi ci stuppanta », ora escono. «Una volta una ragazza è caduta di sotto con la macchina, più avanti. Poi nulla».

LA CASA La casa, un quadrato di due livelli, era stata realizzata dalle Ferrovie complementari ben prima che fosse costruito il cavalcavia. Allora tutt'intorno era aperta campagna. C'erano il mattatoio in via Po e una sbarra che, qualche centinaio di metri prima della villetta, regolava il passaggio sulla linea ferroviaria. L'abitazione serviva probabilmente a chi doveva provvedere a metterla in funzione. Poi è stata abbandonata e, 23 anni fa, è diventata il tetto della famiglia Lattucca. Cucina e salotto al piano terra, due camere da letto e un bagno in quello superiore. Qualche metro più su i camion e le auto passano senza sosta, mentre dall'altra parte si incrociano i treni che vanno verso nord ed entrano nel centro abitato. «Sono la componente principale del rumore», spiega l'uomo, «quello merci è il peggiore». Dormire in queste condizioni è difficile. «Come si fa? Ci si abitua. Vado a letto sempre dopo la mezzanotte, guardo i telegiornali. Mi alzo alle 6,30. Paura che un'auto mi piombi in casa? No. Ma tutte le notti mi sveglia il fischio del treno. Quando passano le carrozze i vetri tremano, e da qualche anno anche il rumore delle auto sul ponte è diverso. Hanno rifatto l'asfalto e si sente un battere continuo».

IL COMUNE Il sonno interrotto e il costante frastuono non sono gli unici problemi. Nel giardino intorno alla casa scorrazzano una colonia di gatti e un piccolo cagnolino, un trovatello che abbaia senza sosta («vagava qui fuori, l'ho fatto entrare e da allora è diventato il padrone: dormono tutti insieme»). La recinzione è fatta di reti da letto e all'esterno le sterpaglie crescono rigogliose: «È pericoloso per gli incendi. Una volta veniva la ruspa a sistemare tutto, ora non più. Il Comune dovrebbe intervenire. Non ci sono soldi, dicono. Se servono 50 euro per la benzina li metto io».
Un passato da lavoratore al mattatoio e autotrasportatore, oggi Lattucca accompagna chi ha bisogno a fare la spesa. Aspetta che qualcuno lo chiami e mette in moto la Bmw nera. «Tiro avanti». All'ingresso della stradina che conduce alla casa c'è una catenella utile a impedire che le prostitute si appartino in quella zona. Ladri? «Mai visti. E poi in via Brenta passano spesso polizia e carabinieri». Nessuna notizia anche «degli assistenti sociali. Mai aiutato. Sono sempre senza soldi. E io sopravvivo».
Andrea Manunza