Rassegna Stampa

Il Sardegna

Poetto, caos sulle concessioni sui chioschi lo spettro dei ricciai

Fonte: Il Sardegna
20 luglio 2009

Il caso. Dopo il via all'inchiesta sugli abusi edilizi e i controlli di Nas e polizia giudiziaria, i titolari hanno paura

Il gestore del Nilo: «Ora ci chiedono le licenze che non hanno mai voluto concedere»

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Non sanno come andrà a finire. Di sicuro pesa, e tanto, lo spettro della sorte dei ricciai. «È come se volessero far morire questo Poetto», dice la cassiera del baretto “Il Miraggio” (manca il titolare, «arriverà più tardi », spiega). «Sono venuti qualche giorno fa, erano in sette: il Nas ci ha fatto i complimenti per come tenevamo il locale, mentre gli agenti della polizia giudiziaria hanno scattato fotografie, preso misure: ancora, però, non ci è dato sapere nulla ». Preoccupazione e molta confusione. Questo si legge nelle facce di chi lavora ai chioschi, da quando è scattata l'inchiesta della procura della Repubblica sulle licenze dei baretti. Sulle concessioni di qualsiasi tipo, da quella demaniale (che tutti hanno), a quella edilizia (che solo due avrebbero, a quanto pare). «Ci stanno chiedendo concessioni edilizie che non hanno mai voluto rilasciarci», è il commento di uno dei soci del “Nilo”. «Questo posto esiste da quando hanno tolto i casotti, negli anni '80, e da poco - continua - il Comune pretendeva che pagassimo l'Ici (Imposta comunale sugli immobili). Ma se neanche abbiamo la concessione edilizia, cosa paghiamo l'Ici a fare?». Anche al Nilo, nei giorni scorsi, si sono presentati il Nas e la polizia giudiziaria. Nilo e Miraggio fanno parte della cooperativa di chioschi Poetto services, che tra qualche giorno si riunirà per fare il punto. Per analizzare un problema, quello degli eventuali abusi edilizi che, ora, il sostituto procuratore Gaetano Porcu ha deciso di portare a galla, estendendo gli accertamenti a tutti i 21 bar del litorale, da Marina Piccola alla Bussola, ristoranti compresi. Dal “Malibù”, baretto frequentato soprattutto da adolescenti, non esce nessun commento: «Prima vediamo come si evolve la situazione». Qualcuno approva l'inchiesta, ed è uno che in vicende del genere ci è già passato. «In passato questo chiosco ha avuto i sigilli perchè mancavano alcune autorizzazioni », rivela P. C., il titolare dell'Oasi. «La tendenza a non rispettare le regole è diffusa - continua - alcuni lasciano andare la musica fin oltre l'orario previsto. Io alle 2 chiudo tutto». Dice di non essere preoccupato per gli esiti dell'indagine. Lo spaventa di più la nuova ordinanza sulla Ztl notturna. Eppure, a sentire il presidente della commissione Urbanis tica, Massimiliano Tavolacci, i motivi per non stare tranquilli ci sono. In pratica, è (anche) una questione di Pul: il Piano urbanistico del litorale, che, al momento, è congelato dopo il passaggio in Giunta, in attesa che la Giunta regionale definisca le nuove linee guida alle quali il Pul dovrà attenersi. «Questò avverrà presumibilmente in autunno. Così il nuovo Pul entrerà in vigore dal 2010». A quel punto - dato che non coinciderà la localizzazione prevista con quella dove si trovano oggi - alcuni chioschi si dovranno spostare: «Ma non è detto che ottengano la concessione demaniale per una nuova localizzazione» . Insomma, molti resterebbero in vita solo perché il Pul non è entrato ancora in vigore. «Quella delle concessioni edilizie - continua Tavolacci - è un'altra storia. Che riguarda gli uffici amministrativi del Comune ». E che si accavalla, oggi, all'inchiesta del sostituto procuratore Gaetano Porcu. Perché su 21 chioschi solo due (l'Emerson e l'Iguana) hanno la concessione edilizia? Risponde Alessandro Murgia, titolare dell'Emerson: «Io ho ottenuto l'autorizzazione demaniale dopo 15 ricorsi. Poi ho costruito un chiosco a norma, sopraelevato rispetto all'arenile». Ma lui l'ha potuto fare. ¦


Il dato

“Espansione graduale” ¦
¦ L'ultima forma di regolamentazione urbanistica risale al 1988, con le prime licenze e le autorizzazioni sanitarie. Da quel momento non è stato più molto chiaro il modo in cui ogni chiosco ha deciso di espandersi. E l'indagine del sostituto procuratore Gaetano Porcu si riferisce proprio a questo, a un'ipotesi di presunti fenomeni di espansione graduale. Al sospetto di una serie di chioschi forse cresciuti oltre misura.