Rassegna Stampa

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Cagliari, No Rumore: “Per salvare i tavolini Marina trattata come zona industriale”

Fonte: web Castedduonline.it
4 luglio 2018

 


 


 


Comitato No Rumore all’attacco. Contestato il piano di risanamento acustico. Soprattutto nella parte che parla di Marina e Stampace, rioni abitati da una fetta di popolazione che da tempo si lamenta degli schiamazzi notturni causati dalla malamovida e dai tavolini all’aperto di bar, locali e ristoranti.

“Con oltre un anno di ritardo Il Comune di Cagliari ha reso pubblico il Piano di Risanamento Acustico e, con somma sorpresa, abbiamo constatato che in esso  i quartieri storici di Marina e Stampace, quelli più gravemente inquinati e dai quali è partito l’obbligo del “Piano”, sono stati trasferiti dalla Classe acustica III alla Classe acustica IV. Il Comune intende  così  ridurre le misure, che dovrebbero essere assunte, di abbattimento dei livelli di rumore in atto che rendono impossibile la vita delle persone, costringendole all’abbandono della città. In sostanza col Piano di Risanamento si sta modificando il Piano Acustico Comunale approvato nel mese di giugno del 2016 e mai applicato. Come quello che lo aveva preceduto a far data dal 1994. Ma non è tutto. Nel Piano di Risanamento, infatti, è stato fissato in 60 dB il Limite di rumore massimo ammesso in “facciata”, come è dato leggere, e quindi in immissione in fascia oraria notturna. Un limite che non trova riscontro nella normativa di merito. Inoltre 60 dB vengono nel Piano di Risanamento considerati accettabili anche dal punto di vista sanitario, contrariamente a quanto scrive l’OMS (Linee Guida, 2011) che evidenzia “un marcato aumento degli effetti negativi” del rumore già tra 40 e 50 dB  e sopra 55 dB ritiene  “la situazione pericolosa a livello di salute pubblica”. Tutto questo risponde a uno scopo ben preciso: non rimuovere gran parte delle migliaia di posti a tavola, ai quali pure nella Relazione al Piano si attribuisce la responsabilità pressoché assoluta dell’inquinamento acustico. Posti a tavolo, si badi bene,  sempre autorizzati senza richiesta di Valutazione d’impatto acustico. Il rispetto dei limiti di rumore previsti dal Piano Acustico Comunale porterebbero allo smantellamento di  gran parte delle concessioni di suolo pubblico per la ristorazione ma anziché pensare  alla salvaguardia della salute delle persone e dell’ambiente si è escogitato di innalzare la classe acustica dei quartieri storici e di inventarsi un Livello di rumore in immissione di 60 dB notturno previsto solo per una tipologia di aree industriali. A tutto questo si aggiunga ancora che i rilevamenti fonometrici sono stati fatti il 31 marzo e il 1 aprile, cioè in un periodo in cui i livelli di rumore sono decisamente più bassi di quelli da giugno a settembre. E pur tuttavia nelle aree “incriminate” dei quartieri di Marina e Stampace il livello di rumore in fascia notturna misurato in continuità (22,00-06,00) è stato quasi sempre sopra i 60 dB. Immaginiamoci quali risultati si sarebbero avuti nel periodo del vero inquinamento acustico.

I rilevamenti fonometrici eseguiti dalla V.d.p. hanno evidenziato una situazione drammatica di inquinamento acustico in città che richiederebbero  una seria politica ambientale contro il rumore e non già maldestri tentativi di  manipolare la realtà e le soluzioni indispensabili.

Possiamo solo dire con certezza che il piano di Risanamento acustico ha una sola finalità chiara: incrementare il livello di rumore e le sofferenze delle persone.

Non staremo a guardare, ci opporremo con tutte le nostre forze in tutte le sedi”.