Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le anatomie dei Santissimi e i corpi alieni all'Exma

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2018

Mostre A Cagliari (via San Lucifero) sino al 16 settembre, a cura di Simona Campus

 

 

 

D ue sagome luminescenti, come incipit al percorso creativo dei Santissimi. Un uomo e una donna, chiusi dentro teche di plexiglass, che fanno appena percepire le loro sembianze e si disvelano completamente nel momento in cui si passa sulle superfici delle teche le mani bagnate. Come l'acqua si asciuga, le immagini svaniscono e tornano lattiginose. Sono in mostra all'Exma di Cagliari, via San Lucifero, per la cura di Simona Campus, le opere di due artisti, Sara Renzetti e Antonello Serra, che nel loro laboratorio di Barumini plasmano con gran talento sculture in silicone di inquietante verismo.
RELITTI E a questa abilità, che quasi sconcerta, aggiungono un afflato lirico, un senso di dolente partecipazione per questi corpi che nel corso degli anni hanno perso unità, smembrandosi come carne senza ossa . Epave , ossia relitto, è un essere con quattro braccia e una gamba, issato su un alto piedistallo da cui pende spossato, come se il mare l'avesse sciolto. Altamente drammatica, la produzione dei Santissimi. Ma noi - dicono- non siamo questo. Non ci identifi-chiamo, ci limitiamo a osservare, a materializzare le cose che non si vedono ma esistono.
ARCHIVIO DI FECI Come l'archivio delle feci- il titolo è Omnis - che cataloga gli escrementi di settantanove donatori, il cui nome figura nelle targhette. Un approccio quasi scientifico, e quasi immediato il rimando alle cere anatomiche o alle mummificazioni di Efisio Marini. Ma no, è carne viva, quella imprigionata nella resina, e autentici sono i peli raccolti nella bottega del barbiere e quelli, più sottili, tagliati dalla gola delle capre. Potentissimi, i Santissimi, nella splendida sala in cui una quadreria di ritratti rimanda austeri volti in dissolvenza: foto di morti, così usava nell'Ottocento, incorniciati in modo classico, legno e dorature, in formati aulici. Come ci si avvicina, i defunti Ahmad, Greca, Demetrio, Ivan, Maria Celeste sembrano allontanarsi, ritirarsi alla vista, dileguarsi. Si sottraggono e allo stesso tempo esercitano un potere ipnotico.
ALLESTIMENTO Un allestimento impeccabile per la monografica aperta sino al 16 settembre. Gli ambienti sono separati, i pannelli sobriamente grigi per stemperare la fragile aggressività di queste presenze umane e non più umane. Nessuna didascalia per spiegare i significati, peraltro palesi, di Requiem , di Natural History , di Horror Vacui . Feti, dissezioni, pose stanche, innesti, epidermidi in cui si contano i pori. Ad accompagnare le opere i testi, per niente tecnici e piuttosto ermetici, firmati dagli autori . «Se solo avessi compreso di quanto amore avrei potuto negarmi» è l'epigrafe di Mom. Dedicato a mamma , l'ammasso di carne legata al soffitto con una grossa crudele fune, come fosse impiccata. Polpa rosea, percorsa dalle vene dipinte col pennello e sormontata da una costellazione di mosche. Anch'esse realizzate in silicone, minuscoli capolavori, e segno di una vitalità post mortem e di un'incessante rigenerazione sotto altre forme.
GLI ARTISTI Sara Renzetti (classe 1978) e Antonello Serra (classe 1877) lavorano assieme dal 2009. Hanno entrambi frequentato l'Accademia di Belle Arti a Firenze e dopo aver debuttato a Como possono vantare un curriculum internazionale. Sono stati finalisti al Premio Arte Laguna e invitati ad Artissima, a due Biennali di Venezia, all'Art Wynwood Miami, allo Scope New York, allo Scope Basel, a personali tenute a Torino, Bruxelles, Firenze, a vari e qualificati Group Show.
LA CURATRICE A Cagliari, nell'ambito delle iniziative dell'Exma, Exhibiting and Moving Arts, la selezione fatta con coraggio da Simona Campus, direttrice artistica del centro culturale, offre un universo da visitare piano piano. Disposti all'emozione, alla sorpresa, anche al ribrezzo. I Santissimi sostengono di guardare con distacco ai loro soggetti. E simile atteggiamento olimpico sug-geriscono al pubblico. Che invece reagisce con impeto, come fosse davanti a uno specchio, riconoscendosi in quelle figure immobili ma in inarrestabile mutamento.
Alessandra Menesini