Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un quintale di rifiuti sul fondale

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2018

POETTO. Azienda Usa cede la plastica recuperata alla Adidas per le Ocean plastic shoes

 

Cento volontari al lavoro in mare davanti alla Sella del diavolo 

 

 


Hanno schierato raccoglitori a piedi, vogatori di kayak e di sup (le piccole tavole senza vels che si muovono utilizzando un remo). Hanno messo nell'equipaggio i subacquei e perfino i pedalò della cooperativa Golfo degli Angeli, hanno reclutato intere scuole di surf (Break point) e di vela (Sam), coinvolto il Comune e pure la Parley. È l'azienda newyorkese che conferisce la plastica recuperata in mare all'Adidas, che poi la usa per produrre un particolare modello di scarpe: le Ocean plastic shoes . E ieri, con i suoi cento volontari, la fondazione cagliaritana MedSea (Mar Mediterraneo) ha fatto tanto con l'operazione “Puliamo la Sella”, con la maiuscola perché era quella del Diavolo, anche se sul promontorio nessuno è andato. Risultato: un quintale di rifiuti, soprattutto plastica, tirati via dalla spiaggia del Poetto dall'inizio fino al D'Aquila, o ripescati in mare sui fondali di Calamosca e Capo Sant'Elia.
IL RECUPERO Un chilo di rifiuti ciascuno portati via da mare e spiaggia, per i cento volontari, è un grandissimo successo e la fondazione Medsea festeggia. «Anche se sappiamo», spiega la vice presidente, Vania Statzu, «che tantissimi altri rifiuti sono rimasti. Dobbiamo rovesciare il problema, che non è raccoglierli, bensì non abbandonarli». Anche perché sul litorale, ricorda l'assessora comunale all'Ambiente, Claudia Medda, presente ieri nel “quartier generale” dell'iniziativa all'anfiteatro di Marina Piccola, «ci sono le isole ecologiche per la raccolta differenziata: basta poco, un piccolo sforzo, per non inquinare».
I RIFIUTI Che cosa è venuto fuori, da spiaggia e mare? Di tutto, compreso l'incredibile. Il pezzo forte della collezione messa insieme ieri è, senza alcun dubbio, il telaio di una motocicletta Aprilia ripescato dal mare di Calamosca. Con ogni probabilità, è di una moto rubata cui sono stati asportati i pezzi, poi i ladri si sono liberati del telaio nel modo più inquinante che c'è. Per il resto, il campionario è vasto: una recinzione di metallo, ad esempio, ma anche una parte di scafo di una piccola imbarcazione. Non mancavano solette interne per scarpe, pezzi di ombrelloni, palloni (portati via dal vento), tappi di bottiglie e bottiglie di birra, reti, cime, due grossi bidoni per barche, enormi tubi di alluminio (forse utilizzati per rifornire di carburante le navi), migliaia di cicche di sigarette, posate di plastica e cannucce. Poi c'è il settore alta moda: un marsupio e, nientemeno, un giubbotto di pelle da donna: chissà come diavolo ci sono finiti, in mare.
IL COMUNE L'associazione temporanea di imprese che gestisce l'appalto per i rifiuti in città, ieri ha inviato un mezzo a Marina Piccola per portare via i rifiuti raccolti dai volontari sulla spiaggia (dov'è stato impossibile recuperare, tra i bagnanti, i piccolissimi pezzi di plastica che sfuggono anche alle griglie dei macchinari utilizzati ogni giorno) e li ha portati in discarica. Nulla potrà più essere riciclato, perché la permanenza in mare ha danneggiato i materiali. La plastica potrebbe finire alla Parley, l'organizzazione che la fornisce all'Adidas per confezionare le scarpe: «Stiamo seguendo questa campagna di MedSea», conferma Lisa Gran della Parley, «per incrementare la produzione delle scarpe di design create con la plastica riciclata». Finora, dagli stabilimenti dell'Adidas sono usciti tre milioni di paia.
IL FUTURO Ne serviranno tante, di iniziative di volontariato come quella di ieri, per poter davvero ripulire i fondali del Poetto, di Calamosca e Sant'Elia, e probabilmente si faranno. Ora, però, il progetto di MedSea va in tournée su altre sponde del Mediterraneo, cioè in quelle di Montenegro, Tunisia, Libia, Albania e Libano, dove l'iniziativa cagliaritana sarà ripetuta con la collaborazione dei volontari del posto. E così Cagliari esporterà un esempio di grandissima civiltà. (l. a.)