Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sardegna, questa sconosciuta

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2018

A Milis la prima riunione della Conferenza per promuovere l'industria delle vacanze

 

 

Nel mondo due persone su tre ignorano l'esistenza dell'Isola

 

 

Quasi sconosciuti. Solo il 37% del mercato mondiale sa che esiste la Sardegna. Il territorio? Nessuno ne parla. La maggior parte degli alberghi presenta su internet solo la propria struttura e non i siti culturali o le bellezze naturistiche che è possibile visitare. Buono il cibo. Le indicazioni stradali invece sono poche, mentre le spiagge potrebbero essere più pulite. La gentilezza? Quella non manca. Gli hotel? Non sempre accoglienti e con arredamenti datati. Almeno così si legge nella maggior parte delle recensioni on line di chi ha trascorso le vacanze in Sardegna.
LA CONFERENZA Una fotografia sull'accoglienza nell'Isola scattata ieri mattina a Milis, nella sala di Villa Pernis, durante l'insediamento della “Conferenza permanente del turismo” messa in piedi dalla Regione con l'intento di migliorare la competitività e l'attrattività della Sardegna. Come? Individuando prima le criticità per poi tentare di superarle e quindi far si che l'Isola venga percepita realmente come destinazione turistica. Come ha spiegato l'assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas, «si tratta di un passo avanti nell'attuazione della nuova legge approvata lo scorso anno e nella costruzione di una nuova governo del sistema turistico sardo».
LE CRITICITÀ Il mare cristallino e i Giganti di Mont'e Prama non bastano. «Nonostante le enormi potenzialità della Sardegna gli operatori non riescono a vendersi come dovrebbero», ha spiegato Josep Ejarque, coordinatore del Piano strategico “Destinazione Sardegna 2018-2021” durante l'analisi dei dati elaborati dopo aver raccolto le informazioni sui maggiori portali di prenotazione e consultando i siti delle strutture ricettive. «Bisogna migliorare la professionalità e la qualità, rafforzarci sulle lingue straniere se vogliamo attirare i turisti internazionali: insomma, dobbiamo cambiare approccio e pensare prima di tutto a ciò che può cercare il turista in Sardegna. L'operatore turistico», conclude Ejarque, deve offrire un pacchetto completo che comprende albergo e territorio. I sardi parlano poco della Sardegna, e questo è un grave errore. Molti operatori credono poi che il mare sardo sia il più bello in assoluto, ma non è così. In Italia ci sono tante altre coste bellissime, ecco perché dobbiamo offrire più degli altri. Gli aerei devono essere pieni tutto l'anno».
I TRASPORTI E a proposito di trasporti ieri è intervenuto anche Luigi Crisponi, vice presidente della Quinta commissione del Consiglio regionale: «La Regione su questo fronte deve intervenire subito. Deve risolvere il problema del caro-trasporti, della continuità territoriale. Il turismo in Sardegna deve essere sempre effervescente, non deve conoscere pause. Bisogna agire prima che il nord Africa si riprenda il suo spazio».
IL TAVOLO Fanno parte della conferenza permanente del turismo gli assessorati regionali, l'Anci, le camere di commercio, le Pro loco, le associazioni di categoria, i consorzi turistici, i sindacati, le associazioni delle persone con disabilità, le Università e le comunità locali. «L'insediamento della conferenza significa condivisione e definizione delle varie responsabilità», spiega ancora l'assessore Argiolas. «É una platea che a vario titolo partecipa in maniera attiva a disegnare un nuovo turismo, una nuova Isola che necessita di qualità. Non è l'ennesima cabina di regia ma un luogo per l'elaborazione di contenuti che diventeranno operativi».
LE RISORSE Durante il prossimo incontro, previsto a Cagliari a giugno, la Conferenza voterà un documento con le proprie proposte in merito alla predisposizione e all'attuazione del nuovo Piano strategico. Nel frattempo la Regione è al lavoro per ultimare la costituzione di una Dmo (Destination management organization), che mette insieme la Regione, le Camere di Commercio e le società di gestione degli aeroporti. Una unione che avrà il compito di tradurre il Piano strategico in piano operativo, con azioni e risorse in aiuto agli operatori. «A regime», conclude Argiolas, «dovrà farlo entro la primavera precedente all'anno di riferimento, in modo da favorire una corretta programmazione delle risorse ed una efficace attuazione delle strategie».
Sara Pinna