Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Lirico, assolvete Zedda»

Fonte: L'Unione Sarda
11 maggio 2018

APPELLO. Il sindaco è a processo per la nomina a sovrintendente di Crivellenti

 

 

Abuso d'ufficio: la richiesta del procuratore generale

 

 

 

L'inchiesta per abuso d'ufficio contro il sindaco Massimo Zedda, relativa alla nomina di Marcella Crivellenti quale sovrintendente del Teatro Lirico (2012), neanche doveva cominciare. Il primo cittadino, presidente della Fondazione dell'ente, con quell'incarico non voleva aiutare una persona vicina a Salvo Nastasi, ex direttore generale degli spettacoli del ministero dei Beni culturali (barese come Crivellenti), così da ingraziarselo, né procurare alla manager un ingiusto profitto legato alla sua presunta mancanza di titoli per quella direzione.
«ASSOLUZIONE» Sono i presupposti alla base della richiesta di assoluzione avanzata dal procuratore generale Giancarlo Moi nel processo di Appello contro Zedda, che già in primo grado ha incassato lo stesso risultato: «Il fatto non sussiste» la formula utilizzata dal Tribunale due anni fa. Punto decisivo della contestazione è la manifestazione di interesse bandita dal sindaco per scegliere il dirigente: erano arrivate 44 proposte poi scartate dal primo cittadino, che aveva indicato Crivellenti e così (secondo le accuse) «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla dirigente barese, che «non aveva partecipato al bando» e neanche «aveva presentato curriculum nei termini indicati». La seconda accusa riguarda la revoca di Giorgio Baggiani dal cda dell'ente.
IL CDA Ma, secondo il pg, quella nomina tanto criticata allora dal cda poteva essere evitata dallo stesso consiglio di amministrazione: «Bastava votare contro e i consiglieri avrebbero avuto la maggioranza». Fuori luogo inoltre sostenere, come avevano fatto i membri contrari, che il via libera a Crivellenti fosse stato dato non per la nuova manager in sé (visti i dubbi sulle sue competenze) ma in quanto indicata dal sindaco (che si sarebbe dovuto assumere le proprie responsabilità). «Può essere una differenza sul piano politico e sociale ma non su quello giuridico», ha affermato il pg, «se si compie una certa azione quell'azione appartiene a chi la compie. Se l'incarico era stato assegnato violando la legge, tutto il cda aveva contribuito a violarla con una nomina unanime». Ma violazione non ci fu.
I CURRICULA L'accusa iniziale di falso «avrebbe dovuto coinvolgere tutto il cda, da sentire con la giusta formula». Quel reato però in seguito era stato modificato. E non regge l'ipotesi del «mancato rispetto delle regole del bando», perché «bando non era». Era una manifestazione di interesse: «Si poteva non tener conto dei 44 curricula arrivati, magari nessuno era adatto. Non erano necessarie votazioni, si sapeva dall'inizio che i partecipanti non potevano vantare aspettative». Sulla scelta di Crivellenti, che sarebbe stata «musicalmente incompetente», secondo il pg era giusto fare una scelta che «garantisse anche la sostenibilità del debito» del Teatro: «La valutazione dei requisiti del sovrintendente non doveva limitarsi a chi si intendeva o meno di musica», era giusto che la scelta considerasse anche la futura «incidenza sulle casse pubbliche». Scartata anche la tesi secondo cui Zedda voleva compiacere Nastasi: «Un passaggio non felice». Il sindaco voleva avere «il totale controllo della Fondazione, centro di potere? Non è una finalità illecita, fa parte delle dinamiche politiche. Nulla di sconvolgente né di nuovo». Infine l'estromissione di Baggiani dal cda: «Sarebbe stato fatto per impoverirlo. Nulla negli atti lo prova». Quindi: «assoluzione». Con una postilla: «Si sono fatti male quando hanno cercato di essere trasparenti».
LA DIFESA L'avvocata Rosalia Bizzarro, parte civile per Baggiani, ha insistito per la responsabilità del sindaco. Il 13 luglio parleranno gli avvocati difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Poli, poi arriverà la decisione.
An. M.