Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'urlo dei sindaci esasperati Tagli, attentati, poca assistenza: appello a governo e Regione

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2018

Affollata assemblea a Tempio: «Siamo in trincea». Ma tutti giurano: non è un partito

L'urlo dei sindaci esasperati Tagli, attentati, poca assistenza: appello a governo e Regione 


Magari non faranno mai un partito, ma si sentono tutti, indistintamente, nella stessa trincea. Per combattere una guerra che li vede bersaglio anche del “fuoco amico“ di Stato e Regione, alleati sulla carta, ma nella realtà percepiti come entità ostili. Una consistente pattuglia di sindaci sardi, in testa il cagliaritano Massimo Zedda, ieri a Tempio ha misurato la febbre della politica e spiegato quanto è grave la frattura tra il centro e la periferia. Hanno risposto alla chiamata del circolo “Don Primo Mazzolari” amministratori di tutta l'Isola, riuniti nell'auditorium della ex Palazzina comando della Pischinaccia.
MINACCIATI E «TAGLIEGGIATI» Dentro il compendio militare dismesso e riqualificato di Tempio, i sindaci sembravano veramente un piccolo esercito, minacciato (tra i presenti, numerose erano le vittime di atti intimidatori), disarmato contro la piaga dello spopolamento e colpito da una campagna di drastica riduzione dei trasferimenti finanziari. Zedda ha detto, riferendosi ai tagli imposti dallo Stato: «Hanno riguardato i soggetti virtuosi, quelli con i conti in ordine. Come sono i Comuni sardi. Amministrazioni che non sperperano. Eppure, è successo proprio questo. È successo qualcosa che non può reggere, neanche nelle famiglie. È come se il figlio che continua a buttare via i soldi venisse foraggiato; quello che risparmia, punito».
I sindaci sardi non ne possono più e la ragione sta nei numeri. Emiliano Deiana, primo cittadino di Bortigiadas e presidente dell'Anci, ha snocciolato le cifre: «Dal 2009 al 2014 sono stati sottratti ai Comuni 22 miliardi di euro. In Sardegna, 300 milioni all'anno. Il Comune di Cagliari riceveva circa 100 milioni di trasferimenti, adesso una decina di milioni di euro. Quello di Arzachena non riceve più nulla, ma versa cinque milioni di euro all'anno allo Stato, è un prelievo forzoso. Io non sto più amministrando, io sono in trincea».
Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu ha rincarato la dose: «Nei confronti delle autonomie locali, in Italia, c'è stato un golpe». Tra il pubblico, amministratori di Ottana, Tergu, Ardara, Pattada, Sennariolo, Nughedu, Santu Lussurgiu, Cheremule, Thiesi e di tanti altri centri. Tutti d'accordo con i colleghi.
SCENARI Il partito dei sindaci, più che altro è una provocazione. «Il problema - dice Emiliano Deiana - è che nel territorio siamo rimasti noi, non ci sono i partiti, non ci sono i sindacati. E dobbiamo organizzarci, per un nuovo piano di rinascita». Tutti, d'accordo, trasversalmente, i sindaci di Tempio e Arzachena, Andrea Biancareddu e Roberto Ragnedda, le colleghe Marisa Careddu (Luras) e Daniela Falconi (Fonni). Carla Medau, sindaca di Pula, rispondendo a una domanda del moderatore Augusto Ditel, ha detto: «Dobbiamo proporci al governo a schiena dritta, lo scippo che abbiamo subito è insopportabile, anche per la dignità della Sardegna».
Andrea Busia