Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Buoncammino. Per metà Dossi e buche lungo la passeggiata sul lato del carcere

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2018

Cadono soprattutto le persone anziane, Comune senza fondi per intervenire

Buoncammino. Per metà Dossi e buche lungo la passeggiata sul lato del carcere 

Il punto di caduta, in una passeggiata gradevole e panoramica, sono proprio i punti di caduta: nel senso letterale, cioè quelli in cui i passanti si esibiscono in spettacolari quanto indesiderati tuffi improvvisi sull'asfalto. «Accade tutti i giorni, soprattutto ad anziani e turisti», spiegano dai chioschi di viale Buoncammino, nel suo piccolo un altopiano poco alto e per nulla piano. I pini, angoscia di molte strade cagliaritane, con le loro radici hanno creato dossi che sembrano essere stati progettati per far inciampare la gente: succede di continuo. Non solo radici: ci sono trappole ovunque, nella passeggiata sul lato dell'ex carcere e nella piazzetta Anna Marongiu Pernis, che ospita i giochi. Oltretutto - informano dai due chioschi - moltissimi lampioncini sono spenti. Aumentano così i rischi di cadere mentre si cammina e quelli di brutte avventure con i delinquenti, il che induce i titolari dei due punti di ristoro a non chiudere tardi, la sera.
DUE FACCE Metà perfetto, dopo i lavori di rifacimento di pochi anni fa, l'altra metà un disastro. «Negli avanzi di bilancio abbiamo trovato i fondi per rifare la parte vicino a Porta Cristina», allarga le braccia la vice sindaca Luisa Anna Marras, «mentre per la parte del carcere ancora no. Trovarli è una priorità della Giunta comunale». Nel frattempo, si vive il paradosso: i giardinieri curano il verde pubblico, ma dove c'è l'asfalto la situazione fa venire voglia di andare altrove.
I PERICOLI Sono rimasti i quadrati con i dislivelli, dove un tempo c'erano i pini già caduti (e gli altri non sono adolescenti, a dire il vero). Il manto d'asfalto affianca tre diversi tipologie di altrettante epoche diverse, affiancati da tratti coperti col cemento (di due tonalità). Alcune colonnine della Telecom sono sdraiate all'ombra dei pini, le buche disseminate con la sapienza che solo il caso può avere, accompagnate dai dossi provocati dalle radici dei pini. Ma siccome riuscire a percorrere indenni la passeggiata di Buoncammino rischia di diventare disciplina olimpica, le difficoltà non finiscono solo in ciò che è prodotto dall'abbandono. Chi ha tagliato i pini pericolanti, ad esempio, ha lasciato le cornici quadrate con i loro dislivelli e i primi centimetri di quello che un tempo era il tronco: tre insidie in un punto solo. C'era una fontanella di cui è rimasta solo parte del basamento, in posizione ideale per ricevere un calcio (tecnicamente, una puntera ) da un passante. Il quale, di solito, non la prende bene, considerato che è di cemento. Laddove un lampioncino è stato rimosso dopo la caduta, nessuno ha pensato che far fuori anche ciò che resta del basamento - anche questo di cemento - avrebbe significato eliminare un pericolo.
L'URGENZA Ogni città ha i suoi punti deboli, e per Cagliari la passeggiata lo è. Bisognerebbe dar retta alla scritta tracciata con la vernice spray su un muro dell'ex carcere: “I panni sporchi laviamoli assieme”. Cioè, il cittadino paga le tasse e il Comune ripara la passeggiata, o quantomeno le cambia nome. Perché buon cammino , vista la situazione, suona ironico.
Luigi Almiento