Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Carcere, diritto alla lettura

Fonte: L'Unione Sarda
26 aprile 2018

Il sindaco Zedda e il direttore Porcu siglano un'intesa sui servizi bibliotecari

 

 

Patto tra Città metropolitana e istituto penitenziario

 

 

Più cultura, più lettura tra le mura del carcere. Un aiuto concreto per far sentire un po' più di liberi i detenuti costretti a scontare la pena nelle celle della casa circondariale. Ieri il sindaco metropolitano Massimo Zedda e il direttore dell'Istituto Marco Porcu hanno sottoscritto l'intesa per una collaborazione tra i servizi bibliotecari della Città Metropolitana e la biblioteca dell'Istituto penitenziario.
LA SIGLA L'accordo favorirà l'accesso dei detenuti ai volumi e più in generale alle pubblicazioni della biblioteca dell'istituto ma anche a quelle del territorio dell'area vasta. Come spiegato dal sindaco Zedda, la Città metropolitana metterà a disposizione della biblioteca dell'Istituto, i servizi, le risorse umane, economiche e professionali, attività e consulenza e il supporto tecnologico per la informatizzazione e gestione amministrativa.
IL RIAVVICINAMENTO «La nostra biblioteca - spiega Marco Porcu - ospita settemila libri e altri seimila non ancora catalogati. La popolazione carceraria è costituita da persone con gravi problematiche sociali ed economiche. Il loro impegno sul fronte della cultura all'interno dell'Istituto non può che migliorare la loro condizione durante il periodo della detenzione. Ciò che mi sta a cuore è anche un altro aspetto, tutt'altro che secondario: il riavvicinamento del carcere, attraverso il sistema bibliotecario, a Cagliari, la città oggi troppo lontana per i detenuti e le loro famiglie».
I PIÙ PICCOLI Nell'accordo tra Zedda e Porcu sono stati inseriti progetti specifici per promuovere la lettura di libri per l'infanzia nell'istituto penitenziario, destinata ai genitori reclusi, quale importante momento di comunicazione e incontro con i loro bambini.
LE MADRI Intanto ieri è arrivata la nota della presidentessa di Socialismo Diritti Riforme sul caso di un bimbo di 11 mesi in cella con la giovane mamma. «Ancora una volta un bimbo di pochi mesi subisce la pena detentiva in un carcere sardo. Una situazione inaccettabile e ingiustificabile. La situazione è ancora più grave se si pensa che il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria dispone di un istituto a custodia attenuata per madri detenute a Senorbì, ma non lo ha mai attivato. Mamma e piccolo sono assistiti con professionalità dalle agenti della Penitenziaria, da medici e infermieri, ma un bimbo dietro le sbarre documenta l'inadeguatezza del sistema dei diritti».
Andrea Piras