Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Via quel reato contro l’umanità»

Fonte: La Nuova Sardegna
6 luglio 2009

DOMENICA, 05 LUGLIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Cinque consiglieri regionali chiedono l’eliminazione delle tribune lignee



ANFITEATRO Nuova iniziativa politica contro la decisione assunta nel 2000 dall’amministrazione Delogu


di Mauro Lissia
CAGLIARI. Le tribune costruite nel 2000 dal comune di centrodestra sull’anfiteatro sono abusive e vanno eliminate. A rilanciare la richiesta al presidente della Regione e al sindaco sono Claudia Zuncheddu, Massimo Zedda, Radohuan Ben Amara, Luciano Uras e Carlo Sechi.
L’iniziativa dei rappresentanti del centrosinistra e della sinistra ha toni forti: «Il rivestimento di legno dell’anfiteatro - è scritto nell’interrogazione - è uno dei frutti avvelenati delle menti perverse del centrodestra che in questi anni amministra la vita di Cagliari e dei suoi cittadini». Per Claudia Zuncheddu, eletta nella lista dei Rossomori «cancellare la memoria storica di un popolo e di una città è un reato contro l’umanità per chi crede nei valori universali di civiltà, di identità e di uguaglianza e rispetto».
Il documento firmato dai cinque consiglieri regionali, trasmesso agli amministratori regionali e comunali, ripercorre la storia del monumento a partire dal 2000, quando l’amministrazione Delogu, ispirata dall’allora sovrintendente del teatro lirico Mauro Meli, decise di spendere i sei miliardi e mezzo di lire del Giubileo - destinati al restauro di chiese e siti storici - per trasformare l’arena romana in una specie di stadio moderno, con due anelli di tribune. Una scelta che provocò le proteste di personalità centrali della cultura sarda come Giovanni Lilliu, oltre che di associazioni ambientaliste e di cittadini sensibili alla bellezza. La Fondazione del teatro lirico, che ambiva a disporre di uno spazio all’aperto con cinquemila posti, utilizzò l’anfiteatro soltanto per due stagioni. Poi, dopo alcuni flop clamorosi e due infelici serate di Festivalbar, lo abbandonò agli imprenditori privati di spettacolo. Da allora sono trascorsi quasi nove anni e malgrado l’autorizzazione paesaggistica sia ampiamente scaduta - come hanno denunciato alla magistratura il Gruppo di intervento giuridico e gli Amici della Terra - i numerosi inviti a smontare la struttura sono caduti nel vuoto. Nei fatti, l’amministrazione comunale avvalla e promuove l’uso di una struttura abusiva.
Dietro la scelta di conservare le tribune lignee c’è forse il timore di andare incontro a due problemi non facili da risolvere: i 44 punti di appoggio e ancoraggio che sostengono le gradinate hanno probabilmente danneggiato la struttura originale del monumento, i plinti metallici sono stati conficcati nella pietra e riportare l’anfiteatro allo stato precedente - come chiedono i consiglieri regionali e comunali - potrebbe essere un’operazione impossibile. Non solo: smontare i tavoloni costerebbe molto, senza contare che l’assenza di uno spazio di pari qualità per i concerti sarebbe un colpo durissimo per gli operatori dello spettacolo. Così il Comune guidato dal sindaco Emilio Floris va avanti a dispetto di tutto, forse nella speranza di lasciare all’amministrazione che verrà l’ingrato compito di fare ciò che andava fatto anni fa, secondo lo stile di una classe politica che Claudia Zuncheddu definisce in una nota che accompagna l’interrogazione «ottusa, cieca, feroce e ignorante, che vede nei propri privilegi e nel dominio l’unica ragione per esistere».