Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Dobbiamo ripartire subito»

Fonte: L'Unione Sarda
26 marzo 2018

Pigliaru: comunichiamo meglio le cose fatte. Zedda: adesso pensiamo alle amministrative

 

Centrosinistra: prove di unità nel solco di Campo progressista

 

La ricostruzione del centrosinistra passa per il Campo progressista e per Massimo Zedda, simbolo del buongoverno in Sardegna: il sindaco di Cagliari non si candida a guidare la coalizione in vista delle regionali del 2019, almeno non ancora, però indica la strada per arrivarci. «Dobbiamo attrezzarci già a partire dalle prossime amministrative - dice al Teatro Massimo di Cagliari, durante un faccia a faccia con il presidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio - dobbiamo dare una mano a chi decide di correre, altrimenti andremo incontro alla seconda tranvata dopo il 4 marzo, e se usciamo sconfitti dalle amministrative assisteremo a un fuggi fuggi generale che ci farà perdere anche le regionali».
IL PUBBLICO In platea, per il convegno “Il nostro programma per la Sardegna”, organizzato da Campo Progressista, ci sono esponenti del Pd (il consigliere regionale Roberto Deriu e Paolo Fadda), di Liberi e Uguali (Yuri Marcialis), del Partito dei Sardi (il presidente Franciscu Sedda), di +Europa (Riccardo Lo Monaco). Rappresentanti di un centrosinistra possibile che non esclude una guida diversa dal Pd. Una guida che potrebbe arrivare dal Campo progressista ma anche da forze autonomiste alle quali - secondo Zedda - la coalizione che correrà per la tornata del prossimo febbraio «dovrebbe allargarsi».
IL PRESIDENTE Primo relatore è il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, che indica le tre priorità per l'ultimo anno di legislatura: «Valorizzare ciò che è stato fatto, correggere e mettere in atto ciò a cui abbiamo dedicato meno tempo». Sul primo punto, spiega, «è necessario mettersi attorno a un tavolo, scegliere le cose su cui si è operato meglio e comunicarle nel modo dovuto, ecco perché da ora sino alle prossime elezioni starò un po' meno chiuso a Villa Devoto e più in giro nei territori». Sul secondo, «abbiamo costruito riforme importanti, sugli enti locali e sulla sanità per esempio, c'è qualcosa che dobbiamo correggere? È il momento di farlo e se ci sono suggerimenti accettiamoli. Le liste d'attesa devono essere finalmente ridotte». Infine il terzo punto: «È il momento di attuare gli strumenti di inclusione sociale messi in campo, penso a Lavoras e al Reis». Il governatore non parla invece della legge urbanistica, attualmente in discussione in commissione Governo del territorio.
L'URBANISTICA Lo fa Zedda poco dopo: «Va fatta, e contemporaneamente è fondamentale lo sblocco degli uffici dell'edilizia privata». Non è l'unica materia di livello regionale sulla quale il primo cittadino si pronuncia: «Bisogna chiudere sulla sanità, abbattere le liste d'attesa, perché le persone alla fine vivono di quotidianità». Proprio dalle cose che riguardano la vita quotidiana «bisogna ripartire per rigenerare il centrosinistra», osserva Smeriglio, simbolo con il primo cittadino di una sinistra che, mentre perde male alle elezioni politiche, nel Lazio e a Cagliari ha dimostrato di reggere bene. La ricetta? «Il radicamento territoriale - chiarisce il vice di Zingaretti - nell'ultima campagna elettorale abbiamo avuto l'umiltà di andare in giro per 378 comuni senza la puzza sotto il naso, non abbiamo presentato un centrosinistra ordinario, siamo andati oltre, con una coalizione allargata a LeU e ai cattolici di Sant'Egidio, a liste di amministratori locali». Insomma, «evitiamo di perimetrare e concentriamoci sulla costruzione di un terzo polo che riparta dalle realtà territoriali».
I GIOVANI «Mi piacerebbe organizzare un partito di centrosinistra - conclude Zedda - vorrei che fossero i giovani a crearlo, partendo dalle rappresentanze di istituto nelle scuole». In ogni caso - dice l'assessora all'urbanistica del Comune di Cagliari, Francesca Ghirra, «oggi ripartiamo, lo facciamo presentando due esempi di buongoverno dove la sinistra amministra unita, e ripartendo dalle donne. Oggi iniziamo a costruire il noi e a porre le basi per un soggetto collettivo: il 4 marzo non è finito il mondo».
Roberto Murgia